Grillo vuole un “tribunale popolare” contro i media. Mentana lo denuncia

 

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Enrico Mentana querelerà Beppe Grillo. Ad annunciarlo su Facebook è lo stesso direttore del Tg La7, che replica così al post di Beppe Grillo sul suo blog intitolato “Una giuria popolare per le balle dei media”. “In attesa della giuria popolare chiedo a Grillo – scrive il giornalista – di trovarsi intanto un avvocato. Fabbricatori di notizie false è un’offesa non sanabile a tutti i lavoratori del tg che dirigo, e a me che ne ho la responsabilità di legge. Ne risponderà in sede penale e civile”.

Sul blog Beppegrillo.it l’accusa – generica – lanciata dal leader del M5S è accompagnata da un fotomontaggio di testate giornalistiche che comprende il logo del telegiornale diretto appunto da Mentana.

“Tutti contro Internet. Prima Renzi, Gentiloni, Napolitano e Pitruzzella, poi il ministro della Giustizia Orlando e infine il Presidente Mattarella nel suo discorso di fine anno. Tutti puntano il dito sulle balle che girano sul web, sull’esigenza di ristabilire la verità tramite il nuovo tribunale dell’inquisizione proposto dal presidente dell’Antitrust. Così il governo decide cosa è vero e cosa è falso su Internet. E alle balle propinate ogni giorno da tv e giornali chi ci pensa?” E’ quanto ha scritto Beppe Grillo, in un post pubblicato sul suo blog. “I giornali e i tg – accusa il fondatore M5s – sono i primi fabbricatori di notizie false nel Paese con lo scopo di far mantenere il potere a chi lo detiene. Sono le loro notizie che devono essere controllate. Propongo non un tribunale governativo, ma una giuria popolare che determini la veridicità delle notizie pubblicate dai media. Cittadini scelti a sorte a cui vengono sottoposti gli articoli dei giornali e i servizi dei telegiornali. Se una notizia viene dichiarata falsa il direttore della testata, a capo chino, deve fare pubbliche scuse e riportare la versione corretta dandole la massima evidenza in apertura del telegiornale o in prima pagina se cartaceo. Così forse abbandoneremo il 77° posto nella classifica mondiale per la libertà di stampa”.

Grillo, nel post, cita anche due “esempi” di notizie non vere pubblicate. “Il quotidiano La Stampa – scrive – ha diffuso un articolo sulla fantomatica propaganda M5s capitanata da Beatrice Di Maio, notizia ripresa da tutti i giornali e i tg, poi si è scoperto che era tutto falso. La Stampa non ha chiesto neppure scusa e nessuna sanzione è stata applicata nei suoi confronti, nè degli altri giornali e telegiornali che hanno ripreso la bufala senza fare opportune verifiche. Poi fresca di oggi la bufala in prima pagina del Giornale di Berlusconi: ‘Affari a 5 stelle. Grillo vuole una banca’. Una falsità totale che stravolge un fatto vero, ossia che Davide Casaleggio ha accettato di incontrare l’Ad di una banca online che ha ricevuto vari premi per l’innovazione tecnologica utilizzando il web per scambiare esperienze e idee sula Rete e sulle sue possibilità, così come incontra decine di aziende innovative. Capite come lavorano i media? Aspettiamo ancora le scuse del direttore de La Stampa e di tutti coloro che hanno ripreso acriticamente un articolo provato falso”.

Vorremmo rassicurare Beppe Grillo: se fosse approvata la sua proposta l’Italia non occuperebbe più il 77°, ma il 154° posto nella classifica sulla libertà di stampa nel mondo“. E’ quanto si legge in una nota congiunta firmata dal segretario generale e dal presidente della Federazione nazionale della stampa italiana, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti. A giudizio dei due dirigenti del sindacato dei giornalisti, “quello che il leader del Movimento 5 stelle fa finta di non capire, lanciandosi in un linciaggio mediatico di stampo qualunquista contro tutti i giornalisti, è che sono le minacce e le intimidazioni, come quelle che lui velatamente lascia trasparire, a far precipitare il Paese nelle classifiche internazionali”. “Sarebbe molto più opportuno – dicono ancora Lorusso e Giulietti – che Beppe Grillo utilizzasse le proprie energie per impegnarsi affinché in Parlamento venga rapidamente abrogato il carcere per i giornalisti e approvata una norma che scoraggi il fenomeno delle querele temerarie“. “Altrettanto impegno, in particolar modo sul versante del contrasto alla diffusione di notizie false, sarebbe gradito nell’approvazione in tempi rapidi del Giurì per la lealtà dell’informazione, strumento di garanzia nei confronti dei cittadini che hanno diritto ad una informazione libera e corretta”, concludono i due dirigenti della Fnsi.

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