Gentiloni supplicò la reietta Huma Abedin per incontrare la Clinton

 

huma-gentiloni

di Franco Bechis

Fra le varie mail della corrispondenza di John Podesta, capo della campagna elettorale di Hillary Clinton, pubblicate da Wikileaks, ce ne è anche qualcuna partita dall’Italia. Come la serie inviata dal capo della segreteria particolare del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, a Huma Abedin, la più stretta collaboratrice di Hillary che oggi rischia di farle perdere con lo scandalo e-mail la corsa verso la casa Bianca.

A leggere quelle corrispondenze, che precedevano un viaggio negli Stati Uniti il 9 dicembre del 2014, Gentiloni stava supplicando di potere avere un faccia a faccia con Hillary fosse stato solo per un caffè. Huma, la fidata collaboratrice di origine marocchina che è diventata nota soprattutto per gli scandali dell’ex marito (da cui ora si è separata), Antonhy Weiner, solito mandare autoscatti osè a donne conosciute sul web, è stata sempre cortesissima.

Ma il caffè non l’ha concesso. Nonostante la segreteria di Gentiloni assicurasse che altri incontri, come quello con il sottosegretario di Stato John Kerry, si sarebbero chiusi alla velocità della luce in caso di un sì di Hillary. Pare che la futura candidata democratica alla Presidenza non si sia scolta davanti alle parole della segreteria di Gentiloni, che giurava che per il ministro italiano “sarebbe stato un onore incontrala e discutere con lei dei principali dossier di politica internazionale. Aggiungo che Gentiloni è anche membro del Partito democratico italiano, e per questo noi siamo legatissimi ai democratici americani…”.

Chissà poi a che titolo la Clinton, che non aveva alcun incarico pubblico, avrebbe potuto discutere meglio di Kerry dei dossier di politica internazionale…

L’IMBECCATA

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