L’antisemitismo abita all’ONU: Israele sospende rapporti con l’Unesco

 

Israele ha annunciato che sospenderà la cooperazione con l’Unesco, in seguito all’approvazione di una risoluzione che disconosce i legami ebraici con i luoghi santi della Città Vecchia di Gerusalemme: il Monte del Tempio, chiamato dai musulmani Spianata delle Moschee, e il Muro Occidentale (noto come ‘Muro del pianto’).

In una lettera alla direttrice dell’agenzia dell’Onu Irina Bokova e pubblicata su Twitter, il ministro dell’Istruzione israeliano Naftali Bennett ha accusato l’Unesco di fornire “supporto al terrorismo islamico” e ha annunciato la sospensione da parte del Commissione israeliana dell’Unesco di “tutte le attività professionali con l’organizzazione internazionale”. “Non ci saranno incontri con i suoi rappresentanti” e “non parteciperemo alla conferenze internazionali”, si legge.

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Per l’ambasciatore d’Israele a Roma, Ofer Sachs, la “vergognosa decisione di ieri dell’Unesco dimostra che se si ha una maggioranza automatica, si può anche decidere che il mondo è piatto“.

“Con un voto sconcertante e fuori dalla storia, su cui anche l’Italia porta delle responsabilità – sottolinea la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni – il Consiglio esecutivo dell’Unesco ha avallato la pretesa di alcuni Paesi arabi di sradicare ogni riferimento alla radice ebraica dall’area della Città Vecchia di Gerusalemme in cui sorge il Muro Occidentale, il luogo più sacro agli ebrei di tutto il mondo. Gerusalemme, la capitale unica e indivisibile di Israele. Città nella quale oggi tutte le fedi trovano il loro spazio, garantito dallo Stato, per professare liberamente il proprio credo”.

“Una decisione che non esito pertanto a definire aberrante e che non può passare nell’indifferenza dell’opinione pubblica, dell’intero governo italiano e delle istituzioni europee – continua Di Segni – Oggi più che mai è invece necessaria una corretta, e non distorta, lettura delle reali concatenazioni storiche che hanno portato all’assetto attuale dei rapporti in Medio Oriente”.

Nella risoluzione votata ieri a larga maggioranza dal Consiglio, ci si riferisce a questi luoghi soltanto con il nome indicato dalla tradizione islamica. Dei 58 Paesi rappresentati nel Consiglio, soltanto sei si sono opposti. Voglio qui ricordarli: Stati Uniti d’America, Regno Unito, Germania, Olanda, Lituania ed Estonia. Questa risoluzione conferma, se mai ce ne fosse bisogno, la totale sconnessione delle Nazioni Unite dagli obiettivi autentici e sinceri che hanno ispirato la sua costituzione nel Dopoguerra. Un’organizzazione che di unito non ha più nulla e che nelle sue diverse ramificazioni si esprime sempre più come realtà politicizzata e appiattita, miope e incapace di farci sognare un futuro di pace e sicurezza”, conclude. ADNKRONOS

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