“Quesito truffa”, il ricorso aiuta Renzi: possibile rinvio del referendum

 

Vito Crimi M5S
Vito Crimi M5S

Va avanti il ricorso contro il quesito referendario “truffa”. Promosso da un gruppo di senatori e avvocati, di fronte al Tar si è tenuta ieri la prima udienza che testimonia la “fondatezza del ricorso”. Sono stati infatti convocati Loredana De Petris di Sinistra italiana, Vito Crimi del M5S e l’avvocato Giuseppe Bozzi, tutti estensori dell’atto presentato di fronte al Tar. Per la controparte era presente l’Avvocatura dello Stato, costituitasi parte civile per Palazzo Chigi. Lo scenario che si delinea è ancora abbastanza incerto. La decisione del Tar sul quesito definito “suggestivo”, “ingannevole”, “fuoriviante” e “non omogeneo” dai ricorrenti potrebbe arrivare (data ancora da stabilire) il 17 ottobre. Lo scenario successivo è ancora da delineare.

Possibile slittamento della data

La prima ipotesi è che il Tribunale amministrativo del Lazio decida di accogliere in toto il ricorso. In questo caso si potrebbe disporre che il quesito venga riscritto e si riavvierebbe tutta la procedura, cosa che farebbe slittare il referendum a nuova data. Annullato il decreto infatti non ci sarebbero più i 50 giorni minimi per farne un altro. Seconda ipotesi, più accreditata, dice l’avvocato Bozzi, è che il quesito venga bocciato ma fatta salva la data. In questo caso si voterebbe comunque il 4 dicembre. Se i rappresentanti del comitato per il No sono soddisfatti perché l’accoglimento del ricorso e la fissazione dell’udienza straordinaria è già una vittoria, a Palazzo Chigi ostentano tranquillità: ipotesi riscrittura del quesito non contemplata.

Ricorso contro la legge sul referendum

Ma non è tutto. Perché accanto all’azione intentata al Tar Lazio sul quesito referendario, ne pende un’altra – avviata fin da giugno – di fronte al tribunale civile di Milano: l’oggetto è la legge del 1970 che disciplina il referendum, ma per questa via si punta comunque al quesito referendario. E se contenuto e iter dei due procedimenti sono diversi, la sostanza è analoga. Ad intentarla un gruppo di avvocati come cittadini-elettori: Claudio Tani, Aldo Bozzi, già protagonisti del ricorso contro il Porcellum, Ilaria Tani ed Emilio Zecca.

Due sentenze, un referendum

Il ricorso punta a verificare il corretto utilizzo dello strumento referendario e chiede di rinviare alla Corte Costituzionale la legge 352/1970 nella parte in cui non prevede che l’Ufficio centrale presso la Cassazione, che verifica legittimità e conformità dei referendum all’art. 138 del Costituzione, abbia il potere “di invitare, con ordinanza, i promotori a formulare quesiti in modo separato e raggruppandoli per materie omogenee”. La questione avrebbe dovuto essere esaminata ieri, ma c’è stato un rinvio per problemi procedurali: l’udienza è aggiornata al 20 ottobre. Tre giorni dopo la camera di consiglio del Tar da cui è attesa subito una sentenza.

REDAZIONE TISCALI

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