Legge sul cyberbullismo approvata dalla Camera: censura 2.0

 

censura

La Camera – dice Armando Manocchia – ha appena approvato una delle leggi più restrittive in tema di libera espressione, con la scusa di prevenire e contrastare il cosiddetto cyberbullismo. Il testo torna per l’ultima lettura al Senato.

Per definizione, nella casistica di cyberbullismo, la vittima dovrebbe essere un minore, ma questa legge ne ribalta il senso ed i riferimenti alla minore età si perdono nella notte della libertà di espressione. Anche gli adulti infatti – ovviamente politici compresi – possono dichiararsi vittime. E questo basta per capire lo snaturamento e il trucco censorio inserito dalla normativa che piegherà tutti al pensiero unico dominante, pena multe salatissime o anni di galera.

Come detto, la definizione di cyberbullismo – continua Manocchia –  è stata ampliata e comprenderà “l’aggressione o la molestia reiterate, a danno di una o più vittime, anche al fine di provocare in esse sentimenti di ansia, di timore, di isolamento o di emarginazione ,ecc.”,  per mezzo di  “atti o comportamenti vessatori, pressioni e violenze fisiche o psicologiche (…) offese o derisioni, anche aventi per oggetto la razza, la lingua, la religione, l’orientamento sessuale, l’opinione politica, l’aspetto fisico o le condizioni personali e sociali della vittima.”.

Molto discutibile è poi la realizzazione di una cosiddetta banca dati per il monitoraggio del fenomeno (schedatura dei soggetti non allineati e/o dissidenti politici? Lo sapremo presto).

Insomma, in Italia sarà vietato mettere in dubbio la falsa verità imposta dall’alto. Orwell 1984.

In compenso-  conclude Manocchia –  sono già prevedibili alcuni problemi di incompatibilità con la Convenzione Europea dei diritti umani, che sancisce la libertà di opinione. Ma l’Italia è malata, sotto certi punti di vista, per cui invece di rafforzare e applicare le normative esistenti, che non mancano (e già prevedono divieti e sanzioni, anche di natura penale, per le molestie online), si emana una nuova legge, con finalità apertamente censoria, che potrebbe avere risvolti gravissimi.

Armando Manocchia

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IDENTIKIT DEL BULLO – Entra per la prima volta nell’ordinamento una puntuale definizione legislativa di bullismo e cyberbullismo. Bullismo (verso adulti o minori) è l’aggressione o la molestia ripetuta a danno di una vittima in grado di provocarle ansia, isolarla o emarginarla attraverso vessazioni, pressioni, violenze fisiche o psicologiche, minacce o ricatti, furti o danneggiamenti, offese o derisioni. Se tali atti si realizzano con strumenti informatici si ha il cyber bullismo, il bullismo telematico e informatico. Quindi, attenti a non provocare ansie alla Boldrini… perché qualsiasi politico criticato sul web potrà ritenersirsi bullizzato e chiedere l’immediata rimozione del contenuto con tutto quello che ne consegue.

OSCURAMENTO DEL WEB – Chi è vittima di cyberbullismo (il genitore in caso di minorenni) può chiedere al titolare del trattamento, al gestore del sito internet o del social media di oscurare, rimuovere o bloccare i contenuti diffusi in rete. Se non si provvede entro 48 ore, l’interessato può rivolgersi al Garante della Privacy che interviene direttamente entro le successive 48 ore.

DOCENTE ANTI-BULLI IN OGNI SCUOLA – In ogni istituto tra i professori sarà individuato un referente per le iniziative contro il bullismo e il cyberbullismo. Il Miur ha il compito di predisporre linee di orientamento di prevenzione e contrasto puntando, tra l’altro, sulla formazione del personale scolastico, mentre ai singoli istituti è demandata l’educazione alla legalità e all’uso consapevole di internet. Alle iniziative in ambito scolastico collaboreranno anche polizia postale e associazioni territoriali.

STRETTA SU STALKING TELEMATICO – Viene rafforzata l’attuale aggravante per gli atti persecutori online specificandone meglio i contorni. Lo stalker informatico sarà ora punito con la reclusione da uno a sei anni e analoga pena varrà se il reato è commesso con scambio di identità, divulgazione di dati sensibili, diffusione di registrazioni di fatti di violenza o minaccia. In caso di condanna scatta la confisca obbligatoria di cellulari, tablet o pc.

AMMONIMENTO DA PARTE DEL QUESTORE – In presenza di reati non procedibili d’ufficio (a condizione che non vi sia querela) il bullo, sulla falsariga di quanto già è previsto per lo stalking, potrà essere formalmente ammonito dal questore che lo inviterà a non ripetere gli atti vessatori. Qualora l’ammonimento cada a vuoto, la pena viene aumentata.

PIANO D’AZIONE E MONITORAGGIO – Presso la presidenza del consiglio verrà istituito un tavolo tecnico con il compito di redigere un piano di azione integrato per contrastare e prevenire il bullismo e realizzare una banca dati per il monitoraggio del fenomeno.

 

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