Turchia: imposto silenzio stampa sugli stupri di bambini

 

di Robert Jones

Pezzo in lingua originale inglese: Turkey: Child Rape Widespread, Media Blackout
Traduzioni di Angelita La Spada gatestoneinstitute.org

  • Il giornalista che ha riportato la notizia dello stupro per il quotidiano Birgun ha detto che lui e il giornale hanno ricevuto innumerevoli minacce di morte sui social media.
  • A luglio, la Corte Costituzionale turca ha abrogato una disposizione del codice penale che punisce come “abuso sessuale” qualsiasi atto sessuale che coinvolga minori sotto i 15 anni, dando al parlamento sei mesi di tempo per riformulare la legge.
  • Le circostanze mostrano che gli abusi sessuali sui bambini in Turchia sono molto diffusi e le autorità statali turche non agiscono in modo responsabile.
  • Quando i bambini siriani e non, così come le donne, vengono violentati e trattati orribilmente in Turchia, e i loro abusanti la passano liscia; quando i giornalisti che denunciano questi abusi vengono minacciati; quando viene posto il veto sulla pubblicazione di notizie riguardanti i crimini commessi contro i siriani e quando i criminali ottengono una riduzione della pena per buona condotta, la Turchia è uno degli ultimi paesi sulla terra che potrebbe avere il diritto morale di chiedere l’esenzione dall’obbligo del visto per i propri cittadini che si recano nei paesi dell’Unione Europea o in qualsiasi altro posto.

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La Turchia ha ancora una volta minacciato di stracciare il controverso accordo sui migranti e di inviare centinaia di migliaia di richiedenti asilo in Europa, se in pochi mesi ai suoi cittadini non verrà concessa l’esenzione dei visti per recarsi nei paesi dell’Unione Europea.

Il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha chiesto all’Unione Europea di abolire entro ottobre l’obbligo di visto per i cittadini turchi.

Nel frattempo, i bambini siriani sono stuprati e abusati all’interno e all’esterno dei campi profughi in Turchia.

Imposto il silenzio stampa sullo stupro di una bambina siriana di 9 mesi

Il 19 agosto, una bambina siriana di 9 mesi è stata stuprata nel distretto di Islahiye, nella provincia di Gaziantep. Secondo il quotidiano Birgun, la piccola è la figlia di una famiglia siriana che è fuggita dalla guerra in Siria. I genitori, braccianti agricoli a Gaziantep, avevano montato una tenda nel campo dove lavorano.

Il giorno dello stupro, i genitori avevano lasciato la loro figlia con un 18enne e poi si erano recati a lavorare nel campo, a 100 metri di distanza.

Al loro ritorno, hanno visto il giovane, un cittadino turco che fa il pastore, allontanarsi dalla tenda. La madre ha notato che la bambina era stata violentata e l’ha portata in un ospedale del posto, dove i medici hanno confermato la violenza.

L’ufficio del governatore di Antep ha confermato la notizia che il ragazzo era stato arrestato e condotto in tribunale.

Huseyin Simsek, il giornalista che si è occupato dell’episodio per il quotidiano Birgun, ha detto che lui e il giornale hanno ricevuto innumerevoli minacce di morte sui social media.

Simsek ha twittato:

“Oggi, una bimba di 9 mesi è stata stuprata ad Antep. C’è un referto medico. Sono stato minacciato di morte, mi hanno detto che mi avrebbero ucciso.

“L’episodio è reale. I medici dicono che la piccola ha 7-9 mesi. Non scriveremo altro.”

Alcuni utenti di Twitter hanno definito il reporter “un terrorista del Pkk”, “un membro dell’Organizzazione terroristica gulenista (Feto)” e “un figlio di puttana” e così via dicendo. Altri utenti hanno scritto che il quotidiano Birgun è “carta igienica”, invocando la distruzione della sede del giornale.

Quando Samil Tayyar, un deputato di Gazientep del Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp), ha confermato lo stupro sul suo account Twitter e un altro utente del social nerwork ha risposto:

“Caro deputato, una notizia del genere non dovrebbe essere diffusa. Ci diamo la zappa sui piedi. Stiamo consegnando materiale al nemico. Sia responsabile, per favore”.

A quanto pare l’utente faceva riferimento alle critiche mosse dalla Svezia riguardo al fatto che Ankara aveva legalizzato i rapporti sessuali con i minori.

A luglio, la Corte Costituzionale turca ha abrogato una disposizione del codice penale che punisce come “abuso sessuale” qualsiasi atto sessuale che coinvolga minori sotto i 15 anni, dando al parlamento sei mesi di tempo per riformulare la legge.

La ministra degli Esteri svedese Margot Wallström ha twittato sul suo account ufficiale che la “Va ribaltata la decisione turca di legalizzare il sesso con bambini con meno di 15 anni. I bambini hanno bisogno di maggiore protezione, non di meno, contro la violenza e gli abusi sessuali”.

E il vicepremier turco Mehmet Simsek ha risposto con il seguente tweet: “Evidentemente, lei è stata male informata. In Turchia, non ci sono stupidaggini del genere. La prego di essere ben sicura delle sue affermazioni”.

Ankara ha convocato l’ambasciatore svedese e su alcuni schermi presenti all’interno del principale aeroporto di Istanbul ha invitato i viaggiatori a non recarsi in Svezia, scrivendo: “Avviso ai viaggiatori: sapete che la Svezia è il Paese con il più alto tasso di stupri al mondo?”

Il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha anche detto che la Wallström non aveva agito “in modo responsabile”.

Ma le circostanze mostrano che gli abusi sessuali sui bambini in Turchia sono molto diffusi e che le autorità statali turche non agiscono in modo responsabile.

La corte penale di pace del distretto di Islahiye, nella provincia di Gazientep ha emesso un ordine di silenzio stampa sullo stupro della bambina siriana.

“Fino a quando l’indagine non sarà conclusa, tutti i tipi di notizie, interviste, critiche e comunicazioni varie riguardo al fascicolo istruttorio sono vietate e non possono essere pubblicate a mezzo stampa, sui social media e su Internet”, si legge nella sentenza.

30 bambini siriani stuprati nel campo di Nizip

A maggio, il quotidiano Birgun, aveva anche riportato la notizia che 30 bambini siriani di età compresa tra 8 e 12 anni sono stati violentati in un campo profughi del distretto di Nizip, nella provincia di Gaziantep.

Le aggressioni hanno avuto luogo per tre mesi nei bagni del campo, la cui gestione è affidata all’Afad, l’Autorità governativa per la gestione dei disastri e delle emergenze.

Il 23 aprile di quest’anno, giornata in cui in Turchia si celebra la Festa dei Bambini, in questo campo si era recata in visita la cancelliera tedesca Angela Merkel, accompagnata dall’ex premier Ahmet Davutoglu, da diversi ministri turchi e dal sindaco della città. I leader hanno elogiato il campo che ospita 14.000 siriani.

Un addetto alla pulizia del campo ha dato ai bambini qualche lira turca per abusarne sessualmente. L’uomo ha confessato i reati e ha dichiarato che “i bambini lo hanno indotto ad abusare di loro”.

Otto famiglie dei bimbi vittime degli abusi hanno sporto denuncia per le aggressioni. Erk Acarer ha scritto nelle pagine di Birgun:

Va da sé che alcune famiglie non hanno denunciato E.E., che ha abusato sessualmente dei bambini, perché hanno paura, essendo richiedenti asilo in Turchia. Ecco perché non vogliono affrontare la situazione“.

L’Afad, l’istituzione statale che gestisce il campo, ha confermato gli stupri:

“L’Afad ha preso le precauzioni necessarie per evitare il ripetersi dell’accaduto. Da subito è stata offerta alle vittime assistenza psicologica”.

Bambini siriani vittime di abusi sessuali nel campo di Islahiye

Poco dopo lo scandalo del campo di Nizip, si è saputo che cinque bambini siriani del campo profughi di Islahiye, nella provincia di Gaziantep, sempre gestito dall’Afad, sono stati vittime di reiterati abusi sessuali da parte di Ahmed H., un cittadino siriano di 87 anni. Anche in questo caso le autorità del campo non sono state “in grado” di proteggere i piccoli, di età compresa tra 4 e 8 anni.

Due dei bambini erano nipoti dell’abusante: una femmina e un maschio. L’uomo – a quanto pare sotto gli occhi di tutti – faceva sedere i piccoli sulle sue ginocchia per abusare sessualmente di loro.

Il 20 novembre 2015, si è scoperto quanto stava accadendo perché una persona ha informato gli agenti della gendarmeria locale che un “uomo anziano, tranquillamente seduto su una sedia davanti al campo, abusava sessualmente di una bambina di 2-3 anni”.

I bambini hanno poi raccontato alle autorità degli abusi ai quali erano soggetti. Abusi che sono stati dimostrati anche dalle telecamere di sorveglianza.

Il 3 maggio, Ahemd H. è stato assolto dall’accusa di abusi sessuali sui nipoti perché “le prove non erano abbastanza convincenti”.

Per quanto concerne le accuse di abusi sessuali sulle altre vittime, l’uomo ha ottenuto una riduzione della pena “per buona condotta” per aver tenuto un “comportamento positivo durante il processo”.

“I siriani che vivono all’esterno dei campi sono… senza protezione”

“I richiedenti asilo che vivono nei campi profughi sono il 10 per cento di tutti i richiedenti asilo”, ha detto Mahmut Togrul, un deputato della città di Gazientep del Partito democratico del popolo (Hdp).

“I siriani che risiedono fuori dai campi stanno vivendo un vero e proprio dramma. Vivono in strade non protette. Hanno provato a dirlo alle autorità, ma purtroppo nessuno fa il proprio dovere in Turchia e non si occupa dei problemi fondamentali”.

“Da quando l’Akp ha cominciato a preoccuparsi dei suoi guai, i siriani sono stati abbandonati al loro destino. (…) Siamo di fronte a una situazione orribile. Ammettono che la loro politica nei confronti dei siriani è sbagliata. Se non avessero attuato quella politica, così tante persone ora non sarebbero devastate. Non basta dire: ‘Abbiamo sbagliato’. Devono risolvere i problemi causati da una politica errata. L’Akp ha abbandonato questa gente a se stessa, lasciandola priva di controllo deve assumersi la responsabilità di queste persone“.

“Dove sono i 3 miliardi di euro?”

Nel frattempo, il 24 agosto, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha tenuto un discorso al Palazzo dei Congressi e della Cultura di Bestepe dicendo:

“Che cosa hanno detto [gli europei]?: ‘Daremo ai profughi che arrivano in questi campi tre miliardi di euro di aiuti’. Dove sono? Quest’anno è quasi finito. Dove sono? Non qui”.

Giornalisti e testimoni oculari hanno però rivelato che Ankara ha permesso ai jihadisti di entrare e uscire dalla Turchia e ha anche fornito finanziamenti, logistica e armi ai gruppi estremisti, compreso lo Stato islamico (Isis) e il Fronte al-Nusra.

Il governo turco – insieme ad altri nella regione – ha trasformato la Siria in un vero incubo, a quanto pare per espandere l’influenza turco-sunnita sulla Siria e altri paesi e impedire ai curdi di stabilire una patria libera, nel nord della Siria.

Dallo scoppio della guerra civile siriana nel 2011, i gruppi terroristici jihadisti hanno terrorizzato milioni di persone, in particolar modo gli alawiti, i cristiani e i curdi, e hanno spinto milioni di persone a lasciare il loro paese. In preda alla disperazione, molti siriani sono arrivati in Turchia e vivono ancora sotto la “protezione temporanea” del governo turco.

Se però Ankara non avesse facilitato l’avanzata del terrorismo jihadista nella regione, molto di questo non sarebbe successo.

Ora la Turchia non solo lascia soli e indifesi i richiedenti asilo siriani, ma ricatta l’Unione Europea servendosi dei siriani, della cui sofferenza e rovina le autorità turche sono in gran parte responsabili.

Vista la repressione sempre più violenta dei media turchi e le pressioni esercitate contro la libertà di parola nel paese, è molto probabile che i casi di abusi sessuali sui bambini denunciati a Gazientep siano solo la punta dell’iceberg.

Quando i bambini siriani e non, così come le donne, vengono violentati e trattati orribilmente in Turchia, e i loro abusanti la passano liscia; quando i giornalisti che denunciano questi abusi vengono minacciati; quando viene posto il veto sulla pubblicazione di notizie riguardanti i crimini commessi contro i siriani e quando i criminali ottengono una riduzione della pena per buona condotta, la Turchia è uno degli ultimi paesi sulla terra che potrebbe avere il diritto morale di chiedere l’esenzione dall’obbligo del visto per i propri cittadini che si recano nei paesi dell’Unione Europea o in qualsiasi altro posto.

Robert Jones, un esperto di Turchia, vive e lavora nel Regno Unito.

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