Elena e Deborah oggi spose a Castel San Pietro Terme

 

FOTO ANSA
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CASTEL SAN PIETRO (BOLOGNA), 24 LUG – A 50 giorni dall’entrata in vigore della Legge che regolamenta le unioni civili tra persone delle stesso sesso, nella gremitissima sala consiliare di Castel San Pietro Terme si è celebrato oggi il primo sì dell’Area Metropolitana bolognese. Le “nozze” sono avvenute mentre non è ancora operativo il decreto per la tenuta dei registri negli archivi dello stato civile, emanato ieri dal governo ma non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Ad unirsi civilmente davanti al sindaco Fausto Tinti (“il nostro è un atto blindato, arriveranno i decreti e copieranno da noi”), coronando il loro sogno, sono state Deborah Piccinini, 45 anni, originaria di Bologna, ragioniera in un’azienda, ed Elena Vanni, 46 anni, nata a Firenze, tecnico informatico, entrambe impegnate anche nel volontariato. ANSA

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(…) “Perché se dici la tua sui matrimoni-gay e l’adozione-gay, finisci al rogo come quando dici la tua sull’Islam. Ti danno di razzista, di fascista, di bigotto, di incivile, di reazionario. Come minimo ti accusano di pensarla come Hitler che gli omosessuali li gettava nei forni crematori insieme agli ebrei. Insomma ti mettono alla gogna. Be’: dopo la sfuriata iniziale, anche stavolta caddi in una stanchezza profonda. Assai più profonda di quella in cui ero caduta a causa delle due Simonette. Perché sull’accettazione dell’omosessualità il senor Zapatero non ha da insegnarmi nulla“.

“…Non capisco, invece, perché in una società dove tutti possono convivere liberamente cioè senza dar scandalo, senza essere condannati o considerati reprobi, gli omosessuali sentano l’improvviso e acuto bisogno di sposarsi davanti a un sindaco o a un prete. Magari con l’abito bianco, il mazzolino di fiori in mano, e lo spettro del divorzio che costa un mucchio di tempo e un mucchio di soldi. Spero che sia un’isteria temporanea, un capriccio alla moda, una forma di esibizionismo o di conformismo. Perché, se non lo è, si tratta d’una provocazione legata alla pretesa di adottare i bambini e sovvertire il concetto biologico di famiglia. Insomma d’una intimidazione. Non mi piacciono le provocazioni, non mi piacciono le intimidazioni. Gira e rigira, sono sempre di natura politica. E in tal caso a quei fidanzati, quelle fidanzate, dico: accontentatevi del sacrosanto diritto che il mondo civile riconosce a chiunque. Il diritto di amare chi si vuole, come si vuole“.

ORIANA FALLACI

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