Dopo Mani Pulite l’Italia è scivolata verso una miserabile decadenza

 

di Gianni Petrosillo

E’ dagli anni novanta che l’Italia scivola verso una miserabile decadenza. Dopo Mani Pulite ed il repulisti della vecchia classe dirigente il Belpaese ha preso una china sconsolante in tutti i settori, economici, politici e cultrali. Qualcuno, dall’esterno, ha fatto in modo che l’Italia sfiorisse all’imbocco della nuova era per i suoi calcoli geopolitici non coincidenti con i nostri, creando una quinta colonna interna di traditori e malfattori, politico-finanziario-industriale, a causa della quale è stata distrutta la I Repubblica e le sue potenzialità.

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Il peggioramento, da allora, è stato senza sosta e l’abbassamento della qualità della vita degli italiani palese in ogni ambito. In passato, siamo stati una nazione all’avanguardia, con punte d’eccellenza in comparti a forte impatto tecnologico, annessi a mercati ad alta profittabilità.
Di quei vantaggi competitivi comincia a restare ben poco, appena qualche scarna rendita di “posizione” che pure scatena gli appetiti degli stranieri non contenti di averci già staccato la carne a brandelli. Oggi siamo il fanalino di coda dell’Europa per la sconsideratezza di una classe politica incapace di difendere le prerogative nazionali, di una rete finanziaria sempre più parassitaria e succube delle logiche globali ed anche di una catena imprenditoriale disabituata alla concorrenza e incline all’assistenzialismo di Stato.

Questa débâcle totale, con esaurimento della spinta al rinnovamento, ci ricaccia dentro un neopaganesimo antiscientifico, quale pretesto per giustificare e legittimare il nostro arretramento epocale ed impedire una necessaria inversione di tendenza. Ideologie come la decrescita, il biologico, le produzioni di nicchia a km 0, l’energia rinnovabile, il richiamo a forme ancestrali di comunitarismo pauperistico, le ossessioni ambientaliste ed ecologiste, sono la proiezione di questo inarrestabile declino che si sostanzia in ubbie multiple, perorate da cialtroni in malafede, “utili” ad ottundere le menti e distrarre dai veri obiettivi della fase storica. Tali aspetti di superstizione vengono giocati contro le “grandi opere” tecnologiche e scientifiche di cui, invece, avremmo urgente bisogno per confrontarci col mondo e raccogliere le sfide del futuro.

Più volte abbiamo scritto su questo sito di quanto l’Italia abbia perduto in termini strategici in questi anni recenti. La sua politica estera si è arenata, la sua capacità d’incidenza internazionale è sparita (soprattutto nel Mediterraneo dove essa esercitava un minimo d’influenza), la penetrazione industriale si è fermata ed esiste un’oggettiva difficoltà anche a mantenere le piccole conquiste dei migliori tempi che furono. Restano in piedi imprese di punta come Eni e Finmeccanica, ma anche queste subiscono le insidie derivanti dalla mancanza di protezione governativa sulle piazze straniere e l’aggressività dei competitors spalleggiati dai loro Stati. Un altro comparto dove emergevano era quello della ricerca e dell’industria chimica, letteralmente smantellato dopo la vicenda Enimont. Come conseguenza di quell’attacco altre partite “collaterali” sono finite male. Pensate alle iniziative sugli OGM.

Come scrive Roberto Defez, biologo esperto della materia:
“In Italia gli anni che vanno dal 1994 al 1999 sono caratterizzati da un grande fermento della ricerca scientifica, con sperimentazioni di OGM in pieno campo, centinaia di esperimenti su piante geneticamente migliorate, con tanti tipi di geni introdotti in piante differenti. Negli anni Novanta Italia e Francia sono i paesi leader nelle sperimentazioni in pieno campo di OGM e l’Italia rinverdisce così il prestigio della sua genetica agraria, che aveva visto i successi di Nazareno Strampelli tra le due guerre mondiali e poi di Gian Tommaso Scarascia Mugnozza tra gli anni Cinquanta e Settanta. L’ingresso nella vicenda OGM è la naturale prosecuzione di questa grande scuola e troviamo a più riprese la firma di Scarascia Mugnozza, divenuto presidente dell’Accademia delle scienze, su molti documenti di sostegno alla tecnologia degli OGM redatti all’inizio del terzo millennio. Questa posizione di rilievo all’interno della genetica agraria oggi si è persa; basta scorrere l’elenco delle sperimentazioni in pieno campo che quasi tutti i paesi europei hanno condotto negli ultimi anni, per accorgersi che ormai l’Italia è fuori da questo settore”.
E’ solo un ennesimo esempio dei danni fatti al Paese dall’alleanza tra politici incompetenti e organizzazioni sociali “medioevali” il cui solo fine è di far sprofondare l’Italia nella subalternità ai potentati esteri.

Così siamo rimasti fuori da un altro business immenso che, per giunta, avrebbe migliorato la nostra esistenza senza provocare quei guasti sanitari e ambientali di cui blaterano orde di passatisti incalliti e bugiardi. I terroristi che vanno in giro a spaventare la gente sugli OGM, nascondono molte verità e interessi meschini. Celano che gli OGM “hanno già vinto le sfide planetarie per la produzione di mangimi” e che con questo cibo geneticamente modificato sono alimentati anche i capi di bestiame in ogni angolo della Penisola. E non solo di ciò si tratta. Le attività in questo campo corrono velocemente e si spostano sempre di più verso la produzione per l’alimentazione umana. Quello che era stato scacciato dalla porta sta rientrando dalla finestra con marchi stranieri.

Scrive Fedez: “Vi è inoltre una sfida globale, di cui noi italiani siamo per ora solo spettatori, che è la sfida della produzione delle principali derrate alimentari: mais, riso, grano. Esiste già da anni in campo un tipo di mais tollerante ai climi aridi; se dimostrasse di essere capace anche di dare buone produzioni, sarebbe una risposta all’innalzamento globale della temperatura, che riscontriamo anche nel nostro paese. E da un decennio sono pronte a essere immesse sul mercato sementi di grano e di riso OGM. Se il grano è a disposizione di molti Stati e di diverse aziende, per il riso il paese leader indiscusso è la Cina, che da oltre dieci anni prova tanti diversi risi OGM.

L’Italia è per ora esclusa da queste importanti sfide per la produzione di cibo e continuare a nascondere la testa sotto la sabbia potrà solo aggravare il nostro deficit commerciale, scientifico, tecnologico e di proprietà intellettuale… La classe politica che ci auguriamo al governo dovrà riportare la ragionevolezza nella gestione della tecnologia degli OGM, dopo che per anni l’opinione pubblica è stata terrorizzata, e dovrà trovare una sintesi tra le virtuose pulsioni ambientaliste che attraversano la società e le esigenze di progresso, sviluppo, sicurezza e occupazione: una sfida veramente impegnativa ma necessaria per il futuro nostro paese. Far uscire ora alla luce chi si è tenuto underground per decenni è lavoro da veri statisti”.

Ecco quello che manca davvero all’Italia: statisti con la testa sulle spalle e visione del futuro. Oggi siamo governati da struzzi con la testa nella sabbia ed il culo al posto del cervello.

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