Polonia: No alla casta di euroburocrati che impone i “profughi”

 

In diretta al canale TVN il ministro degli Esteri polacco Witold Waszczykowski ha bollato le modifiche proposte dalla Commissione Europea sul sistema di distribuzione dei profughi come “deportazione di massa”.

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Mercoledì scorso la Commissione Europea ha presentato una proposta agli Stati membri della UE che si rifiutano di accogliere gli immigrati secondo il programma delle quote obbligatorie: pagare 250mila euro a migrante a beneficio dello Stato che se ne fa carico.

“Settanta anni dopo la Seconda Guerra Mondiale, qualcuno nella parte civilizzata e progressista dell’Europa salta fuori con l’idea di deportazioni di massa e trasferimenti nei Paesi in cui i rifugiati non vogliono andare”, — ha detto Waszczykowski.

“Non siamo d’accordo sul fatto che l’Europa venga gestita a Bruxelles da una casta di burocrati, che sono scelti in base ad accordi politici tra gli Stati”, — ha osservato il capo della diplomazia polacca.

In precedenza si erano dichiarati contro l’idea della Commissione Europea i ministri degli Esteri di Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia e Ungheria, che si erano riuniti a Praga, così come i capi delle diplomazie di Lettonia ed Estonia.

Il principale argomento degli oppositori al programma di ridistribuzione forzata dei migranti all’interno dei Paesi della UE consiste nella riluttanza dei rifugiati di vivere nei Paesi che li vengono proposti senza tener conto dei loro interessi.

Durante i primi mesi di quest’anno circa 155 iracheni accolti dalla Polonia hanno lasciato illegalmente il territorio del Paese per trasferirsi in Germania. Dalla Repubblica Ceca alla Germania si sono trasferiti illegalmente 25 dei 89 rifugiati iracheni che erano stati accolti in questo Paese.

it.sputniknews.com

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