Egitto: forse Regeni era una spia, problema di fiducia con l’Italia

 

Il vicepresidente della Camera dei rappresentanti del Cairo, Soliman Wahdan, ha lanciato l’ipotesi che Regeni potesse essere una “spia”, spiegando che se cio’ fosse dimostrato “si creerebbe un problema enorme tra l’Italia e l’Egitto”.

Nel corso di un intervento nella trasmissione “Studio al Nowab” sull’emittente televisiva privata “Ten Tv”, Wahdan ha detto che “l’Egitto e’ uno stato di diritto e lavorera’ per trovare i responsabili e giudicarli. Se pero’ fosse dimostrato che Regeni era una spia si creerebbe un problema enorme tra l’Egitto e l’Italia. La fiducia tra i due paesi verrebbe meno”.

L’insistenza con cui il Regno Unito chiede la verita’ sull’omicidio del ricercatore italiano ha provocato il “mal di testa” al parlamentare egiziano pro-governo, Mustafa Bakry. Lo ha detto lo stesso deputato, giornalista e anchorman egiziano, al programma Haqae’q wa Asrar (I fatti e i segreti) sull’emittente televisiva privata Sada al Balad (La voce del Paese). “Ci state facendo venire il mal di testa ogni giorno per l’omicidio Regeni. E allora il nostro paese vuole sapere cosa e’ successo a Mikhail”, ha aggiunto il parlamentare, in riferimento al cittadino egiziano Sherif Mikhail, ritrovato morto carbonizzato nel Regno Unito in circostanze da chiarire. “Il popolo egiziano si indigna per il caso di Mikhail, cosi’ come la presidenza e il governo”.

Il procuratore generale egiziano, Nabil Sadeq, ha ordinato oggi di condurre indagini in merito alle morti di due cittadini egiziani avvenute all’estero, una nel Regno Unito e l’altra negli Usa. Secondo il quotidiano “al Ahram”, si tratterebbe nello specifico del cittadino egiziano Mohamed Roshdy, trovato esanime in una discarica negli Stati Uniti “con segni di torture”, e di Mikhail “morto carbonizzato” in Gran Bretagna. (AGI)

 

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