Ungheria, arcivescovo di Veszprém: lo scopo della migrazione è islamizzare l’Europa

 

“In Europa momentaneamente tutti credono ciò che vogliono, ma generalmente nessuno crede niente. Questo è un terreno ideale da conquistare per l’islam”.

vescovo-ungheria

di Andras Kovacs

Chiunque lo neghi, mente o si sbaglia. L’Europa mentalmente vuota è adatta alla conquista da parte delle folle musulmane che si ritengono superiori: così ha detto S.E. Gyula Márfi, arcivescovo di Veszprém, ad una conferenza che si è svolta lo scorso venerdì 22. L’arcivescovo, alla conferenza tenuta nel Collegio Salesiano di Veszprém ed intitolata “Problemi demografici nel Mediterraneo nel 19° e 20° secolo” ha espresso con la sua abituale sincerità ciò che pensa dell’islamizzazione europea.

“Penso che la migrazione prevalentemente non abbia cause, ma scopi specifici. Chi parla solo di cause mente o si sbaglia. La sovrappopolazione, la povertà o la guerra hanno solo un ruolo di secondo o di terzo grado nella migrazione.”
“Presso le famiglie musulmane nascono 8-10 bambini prevalentemente non per amore ma perché loro si ritengono esseri superiori e il Jihad gli impone di conquistare in qualche modo tutto il mondo.”

“Nella Shari’ah (sistema di diritto islamico) possiamo leggere che il mondo è costituito dal Dar al-Islam (che viene governato secondo la Shari’ah) e dal Dar al-Harb, cioè territorio di guerra che in qualche modo va occupato. Questo è scritto, i musulmani devono solo impararlo a memoria. Discuterne è vietato, loro eseguono solo ciò che devono fare”… “Momentaneamente lo scopo è quello di occupare l’Europa”. A questo ha attribuito anche il fatto che in Europa si è formato uno spazio mentale e sociologico vuoto e non esiste una forte ideologia.

“In Europa momentaneamente tutti credono ciò che vogliono, ma generalmente nessuno crede niente. Questo è un terreno ideale da conquistare per l’islam” – ha aggiunto Gyula Márfi, secondo cui nessun continente può sopravvivere a lungo senza un’ideologia forte. Ha spiegato che bisognerebbe accorgersene e prendere seriamente in considerazione il fatto che la migrazione ha come scopo finale l’islamizzazione dell’Europa.

L’arcivescovo ha ricordato un significativo episodio: “Bianka Speidl, un’esperta di islam, recentemente ha riferito che ad una conferenza tenuta sull’islam a Londra un professore musulmano americano ha chiesto scusa per gli atti terroristici con cui mettono in cattiva luce l’islam. Gli universitari musulmani presenti in grande numero gli hanno fischiato come risposta. Bisogna meditarci e considerarlo”.

L’islam non è solo una religione, ma è un sistema totalitario completo politico ed ideologico, che è impregnato con una parte religiosa. Mentre i nazisti si ritenevano superiori come razza, i comunisti come classe, i musulmani si ritengono superiori come religione. Classificano le persone in base a questo e noi che non siamo musulmani, ma siamo Kafir (infedeli), siamo considerati inferiori rispetto a loro. I musulmani secondo le loro dottrine hanno questa dualità nel comportamento. Si comportano in un certo modo se sono in minoranza e in un altro modo se sono in maggioranza. Per questo si comportano in modo diverso in circostanze diverse con i Kafir.

“Se l’Europa diventa Dar al-Islam, allora la cosiddetta Europa cessa di esistere. Questo lo dobbiamo considerare. Allora possiamo dimenticare la libertà e anche l’uguaglianza”.
S.E. l’arcivescovo Gyula Márfi dice che questo è il suo parere e non vuole suscitare un’atmosfera anti-musulmana, ma ritiene che vale la pena di richiamare l’attenzione delle persone. Inoltre sta valutando di formulare questi suoi pensieri anche al Papa Francesco.

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One thought on “Ungheria, arcivescovo di Veszprém: lo scopo della migrazione è islamizzare l’Europa

  1. Ottimo articolo, ed ottima ed estremamante chiara la lettura dell’attuale scontro di civiltà, prodotta dal card. Gyula Márfi. Aggiungerei però come ulteriore spunto di riflessione, la dottrina di Kalergi, e il suo sinergismo eugenetico della massoneria finanziaria anglo-sionista-americana, con il pan-islamismo arabo e sub-sahariano e “pan-africanismo” nero.

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