“Non rubano le anatre”, tedesca apre un sito per sminuire i crimini dei profughi

 

L’infatuazione xenofila è quella specie di complesso d’inferiorità per cui, chi ne è affetto, è convinto che chiunque sbarchi in Europa spendendo migliaia di euro (ad esempio gli immigrati, meglio se islamici) sia sempre migliore dei propri connazionali, spesso appellati come xenofobi, razzisti e islamofobi. La malattia si sta rapidamente diffondendo in forma epidemica ed in Italia è arrivata persino alla Camera, con crisi acute, avvisi di peggioramento e scene che non esitiamo a definire strazianti! (per chi assiste).

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Malgrado gli innumerevoli stupri ed i reati piu’ svariati confermati dalla polizia tedesca, l’epidemia xenofila non ha risparmiato neanche la rigida Germania e così una contagiata ha deciso di aprire un sito web per sminuire o negare i crimini commessi dai presunti profughi. Ci asteniamo, per carità cristiana, dal pubblicare il suo nome e quello del sito web da lei creato, poiché non vorremmo che, chi ha conservato un lume di lucidità, infierisse su di lei ridicolizzandola. Restiamo umani.

La suffragetta passa così le giornate a setacciare il web alla ricerca dei reati commessi dagli stranieri per separare la verità dalle presunte menzogne o imprecisioni.  Insomma, se un giornale scrive che un tizio ha colpito un altro con 4 coltellate, lei si fionda sulla notizia come un avvoltoio. Dopo 6 giorni di estenuanti ricerche, notti insonni, telefonate alle redazioni, agli ospedali, alle caserme, visite ai parenti che hanno un amico nella polizia, la nostra eroina scopre che le coltellate non erano 4, ma SOLO TRE.

E’ fatta, il pezzo c’è.

Morta di sonno, con occhiaie di due metri che sembra Belfagor, la paladina dell’immigrazionismo selvaggio si catapulta sulla tastiera e imposta un titolo in arial black 248 pixel che suona piu’ o meno così:
BUFALA! immigrato ingiustamente accusato di aver inferto 4 coltellato a un rivale!
Sottotitolo:
pseudo giornalismo per utonti, siti razzisti infieriscono sui migranti!

Poi, nell’articolo chiarificatore, viene nobilmente spiegato che le coltellate assestate erano solo 3, non 4 come scritto dai giornali xenofobi e la terza era pure lieve, non avendo colpito organi vitali.

In fondo all’articolo, in piccolo, come le note delle assicurazioni, è infine scritto che il corpo della vittima giace all’obitorio dove gli addetti hanno pietosamente ricomposto la salma.

La nostra militante antirazzista puo’ quindi andare a dormire soddisfatta.

Si sveglia dopo tre ore sedendosi di scatto sul letto, in stile l’Esorcista, rotea la testa di 220 gradi a destra e a sinistra e lancia un urlo ansimante da apparato dodecafonico. I condomini si affacciano terrorizzati pensando che si sia aperto un soffione boracifero in giardino. E’ successo invece che la commediante ha dimenticato di condividere l’articolo su facebook e, per rimediare, corre al Pc dove rimane incollata per 6 ore a contare i mi piace e i commenti.  Se un utente le fa cortesemente notare che però la vittima è morta, la xenofila lo banna subito, accusandolo di essere uno stronzo superficiale che si fissa su particolari di nessuna importanza.

Alla quinta condivisione, il successo ottenuto le da’ alla testa e viene presa dalle convulsioni. Dopo la dodicesima tisana calmante, la cazzara specializzata decide quindi di replicare la performance e manda a fuoco la Pcu nella frenetica ricerca di altre notizie da sbufalare. Non trovando conforto ai suoi deliri sul web, decide di uscire per consultare gratis i quotidiani locali e comincia un giro di  peregrinazioni nei bar piu’ malfamati di Berlino, dove ubriachi e banditi non la disturbano, scambiandola per una scalmanata dei centri sociali italiani.

All’alba, trascinandosi sugli stivaletti tacco 12 Fairytale Vuitton da 1250 euro, trova finalmente quello che cerca: a pag 12 di un giornale del 2012, usato per avvolgere le birre, legge di un migrante che avrebbe rubato le anatre dal lago di Roccapietosa. La nostra bufal-women s’illumina come una festa nazionale. Gli occhi emanano luce a led, lampeggiando come un UFO sul deserto del Nevada. Falso! In quel lago non ci sono anatre, lo sa bene lei che, fin da piccola, ci andava per tirare sassi alle ranocchie.

Barcollando sui tacchi a spillo, rientra a casa come in trance e si fionda al Pc dove decide di esagerare. Stavolta il titolo occupa mezza pagina

BUFALA! I migranti non rubano le anatre!
Sottotitolo
pseudo giornalismo per utonti xenofobi, siti razzisti infieriscono sui migranti!

Articolo: Al lago di Roccapietosa nessun migrante ha potuto rubare anatre perché non ce ne sono. Lì non vi è nulla da rubare, neanche le rane, avendole ammazzate tutte personalmente durante una gita animalista.

E così via, articolo per articolo, giorno dopo giorno, per mesi e mesi, fino all’inevitabile ricovero in clinica psichiatrica dove la nostra eroina rifiuterà categoricamente le iniezioni dell’infermiera filippina perché straniera.

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Qualsiasi riferimento a fatti o persone realmente esistite è puramente casuale.

Armando Manocchia  – – @mail

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