Siria, Kerry: Russia e Iran convincano Assad ad andarsene definitivamente

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Non il popolo siriano, ma gli USA hanno deciso chi deve governare in Siria.

“Bashar al-Assad deve farsi definitivamente da parte, ma i tempi della sua uscita di scena possono anche essere decisi attraverso negoziati, e non debbono necessariamente seguire subito il raggiungimento di un accordo per porre fine alla guerra civile in Siria”, lo ha affermato il segretario di Stato americano, John Kerry, dopo aver incontrato a Londra l’omologo britannico, Philip Hammond.

Kerry ha quindi esortato la Russia e l’Iran, storici alleati del presidente siriano, cosi’ come “chiunque altro abbia influenza” a convincere quest’ultimo a trattare le proprie dimissioni e l’apertura di un processo di transizione politica: una soluzione alla quale il capo della diplomazia Usa si e’ detto favorevole a partecipare in prima persona, ma per la riuscita della quale occorerebbe pero’ anche una disponibilita’ del diretto interessato.”Occorre negoziare, e’ a questo che noi puntiamo perche’ il non farlo impedisce alla crisi di terminare. Noi siamo pronti, ma lo e’ anche Assad? Lo e’ sul serio? E la Russia, e’ pronta a portarlo al tavolo delle trattive?”, si e’ chiesto Kerry.

“Finora”, ha ricordato, “Assad ha rifiutato qualsiasi discussione seria, e la Russia si e’ rifiutata di persuaderlo”. Sulla tempistica di un allontanamento del leader di Damasco, “non deve avvenire per forza il giorno tale o il mese talaltro”, ha insistito, “io so semplicemente che il popolo siriano si e’ gia’ espresso, e si e’ espresso con le proprie gambe, visto che lasciano la Siria”.

Il segretario ha poi valutato positivamente l’impegno russo contro lo Stato Islamico in Siria, come parte delle “modalita’ da trovare per eliminare l’Isis con la massima rapidita’ ed efficacia”, ma ha ribadito che la priorita’ rimane un nuovo assetto per il Paese mediorientale, anche per far cessare la crisi migratoria in atto.

Del resto, gli ha fatto eco Hammond, “la presenza di Assad per i ‘foreign fighters’ e’ come un magnete”, e il coinvolgimento militare di Mosca “ha reso tutto piu’ complicato”.

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