Libia: nuovi video di maltrattamenti a Saadi Gheddafi in carcere

Nuovi video mostrano i funzionari della sicurezza di Tripoli, dove ha sede il governo non riconosciuto dalla comunita’ internazionale, mentre minacciano Saadi Gheddafi, figlio del defunto rais, nel tentativo di estorcergli una confessione. Lo riferisce il sito internet del quotidiano libico “al Wasat”.

Saadi-Gheddafi

 

Saadi e’ detenuto nel carcere tripolitano di Hadba dopo l’estradizione dal Niger avvenuta l’anno scorso. Il figlio del colonello e’ accusato, tra le altre cose, dell’omicidio di un calciatore quando era capo della Federcalcio libica. I funzionari Tripoli, da parte loro, riferiscono che i prigionieri sotto la loro custodia sono trattati bene. Il video e’ stato pubblicato a due settimane da un altro filmato che mostra il terzogenito di Gheddafi bendato ed oggetto di torture.

Le nuove immagini mostrano un funzionario della sicurezza mentre si rivolge al figlio del colonello in tono minaccioso: “Puoi parlare ora di sua spontanea volonta’ o i nostri ragazzi ti faranno sedere su un proiettile calibro 23 millimetri per avere tutte le informazioni”. Un altro funzionario ricorda che “qui dentro abbiamo rotto le costole di Abdullah Senussi”, l’ex capo dei servizi segreti di Gheddafi. Saadi, da parte sua, chiede di rimuovere la benda sugli occhi: “Non ora, dopo”, rispondono i carcerieri di Tripoli, chiedendo all’ex calciatore di Perugia, Udinese e Sampdoria dei suoi presunti collegamenti con altri gruppi islamisti. “Mi faranno del male. Giuro su dio che mi faranno del male”, risponde uno spaventato Saadi Gheddafi.

Il mese scorso un tribunale di Tripoli ha condannato a morte in contumacia il fratello maggiore di Saadi, Said al Islam Gheddafi, detenuto dalle milizie di Zintan, nella Libia occidentale. Altri ex funzionari della “Jamahiriya” libica sono stati condannati a morte per fucilazione, inclusi l’ex capo dell’intelligence Senussi e l’ex primo ministro Baghdadi al Mahmoudi. Questi ultimi sono in attesa della conferma delle sentenze da parte della Corte suprema.(AGI) .

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