Jeep vulnerabili ad attacchi hacker, Chrysler richiama 1,4 milioni di auto

 

Se l’auto improvvisamente non risponde ai comandi, potrebbe essere tutta colpa di… un hacker. Il test eseguito negli Stati Uniti dal magazine Wired apre una nuova inquietante frontiera. Due hacker, tranquillamente seduti sul divano di casa, hanno preso il controllo del Suv su cui viaggiava Andy Greenberg, giornalista della rivista. L’auto, al momento dell’esperimento, marciava a circa 110 km orari su un’autostrada nella zona di St. Louis. Charlie Miller e Chris Valasek, si legge, sono ‘entrati’ nell’auto attraverso il sistema Uconnect. Quindi, hanno scelto la musica da ascoltare con lo stereo, hanno azionato al massimo l’aria condizionata e, soprattutto, hanno manomesso trasmissione e freni.

“Se i consumatori non si rendono conto che questo è un problema, dovrebbero cominciare a farlo. E dovrebbero iniziare a lamentarsi con i produttori di auto. Questo potrebbe essere il tipo di bug che finisce per costare la vita a qualcuno”, ha detto Miller.

Ora che le auto somigliano sempre più a dei computer con le ruote, bisognerà cominciare a preoccuparsi degli hacker. Lo sa bene Fiat Chrysler, che ha annunciato la sosta ai box per 1 milione e 400 mila veicoli negli Stati Uniti.

A inizio settimana due ricercatori avevano dimostrato come fosse possibile, sfruttando le vulnerabilità del software di bordo, prendere il controllo di una Jeep Cherokee in movimento e spegnerne il motore. Il tutto documentato sulla rivista Wired.

La casa automobilistica ha subito reagito mettendo a disposizione un aggiornamento di sicurezza. Oggi l’annuncio della campagna di richiami come misura di cautela.

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