17enne sgozzato e gettato in un dirupo: fermati 2 albanesi per omicidio

Due giovani albanesi sono stati fermati per la morte di Ismaele Lulli, diciassettenne del luogo, il cui cadavere e’ stato trovato ieri mattina in un dirupo, all’interno del boschetto di San Martino in Selva Nera.
I carabinieri li hanno fermati nella notte e, secondo indiscrezioni, sarebbe due conoscenti della vittima.

Ismaele-Lulli

 

L’interrogatorio e’ iniziato questa mattina e potrebbe protrarsi per alcune ore. I militari tengono il massimo riserbo, ma la pista dell’omicidio e’ quella che non lascerebbe dubbi: lo studente vadese, che e’ stato ritrovato con la gola squarciata, potrebbe essere stato punito per una vicenda legata allo spaccio di droga o per una questione di donne.

bergoglioSecondo quanto si apprende, a portare i carabinieri sulle tracce dei due albanesi sarebbero stati diversi elementi, a cominciare dai numeri telefonici recuperati dal telefonino di Ismaele, il quale ha inviato intorno alle 16 di domenica degli sms ad alcuni parenti (anche se gli inquirenti sospettano che a scrivere possa essere stato chi lo ha ucciso) e forse uno scambio di telefonate con i due fermati. E poi la presenza di due zaini sul luogo del delitto e le tracce lasciate nel boschetto: c’e’ una traccia nei pressi di una croce di ferro, sul piano strada, che ha richiamato l’attenzione della persona che, ieri mattina, ha scoperto il cadavere, calandosi in fondo al dirupo. E’ possibile, dunque, che lo studente sia stato ucciso sul piano strada e poi fatto precipitare, un’operazione che avrebbe richiesto l’intervento di due persone.

E, infine, sempre secondo quanto appreso, ci sarebbero tracce sul nastro adesivo, che chi la ucciso avrebbe utilizzato per legarlo. Nel pomeriggio e’ stata fissata l’autopsia, che dovra’ dare agli inquirenti, coordinati dal pm Irene Lilliu, informazioni sulla causa della morte: il coltello, con il quale e’ stato sgozzato, al momento non e’ stato trovato, ma a uccidere Ismaele potrebbe essere stati i colpi subiti alla testa mentre precipitava nel dirupo.

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21 nov 2014 – “I migranti, con la loro stessa umanita’, prima ancora che con i loro valori culturali, allargano il senso della fraternita’ umana“. Lo ha detto il Papa nell’udienza i partecipanti al VII congresso mondiale della pastorale delle migrazioni, promosso dal pontificio consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti, in corso di svolgimento presso la Pontificia Universita’ Urbaniana a Roma sul tema “Cooperazione e sviluppo nella pastorale delle migrazioni”.

“Nello stesso tempo – ha proseguito Jorge Mario Bergoglio – la loro presenza e’ un richiamo alla necessita’ di sradicare le ineguaglianze, le ingiustizie e le sopraffazioni. In tal modo, i migranti possono diventare partner nella costruzione di un’identita’ piu’ ricca per le comunita’ che li ospitano, cosi’ come per le persone che li accolgono, stimolando lo sviluppo di societa’ inclusive, creative e rispettose della dignita’ di tutti”.

Il Papa ha citato il proprio messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

 

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