Crisi, mamma in attesa di sfratto si suicida. Il Comune: abbiamo fatto il possibile

Suicidio a Ponte Ronca, Comune Zola: “I Servizi sociali hanno fatto tutto quanto in loro potere”

E ovviamente NON ERA NEL LORO “POSSIBILE” METTERLA IN UN HOTEL CON WIFI e PISCINA COME SI FA PER I CLANDESTINI? Hanno proposto un appartamento da 600 euro ad una poveretta cui avevano staccato anche il gas perché non riusciva a pagare le bollette!

 

Lavoro e soldi che mancano, uno sfratto imminente. Due figli piccoli. E la disperazione che prende il sopravvento. Così si sarebbe suicidata la 41enne , trovata senza vita nel suo appartamento a Ponte Ronca, nel comune di Zola Predosa. Un dramma che scuote un’intera comunità. Tanti gli interrogativi che si trascina dietro. La politica ha azzannato le istituzioni. Anche il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, è intervenuto sul caso, chiedendosi: ‘Stato dove sei?’.

L’Amministrazione Comunale di Zola, esprimendo cordoglio ai familiari della vittima tiene a precisare che “il nucleo familiare era seguito dai Servizi sociali di ASC Insieme dal dicembre 2014, quando la signora si era rivolta allo sportello sociale con la richiesta di aiuto in conseguenza del procedimento di sfratto per morosità per l’alloggio di residenza. Dal luglio 2013 la non corrispondeva quanto dovuto per il pagamento dell’appartamento in locazione sito in Via Risorgimento a Zola Predosa”.

Poi l’amministrazione continua: “Il servizio sociale ha attivato, senza successo, l’adesione al Protocollo sfratti, ottenendo, tuttavia, il posticipo del rilascio dell’alloggio per luglio 2015”. Dunque lo sfratto sarebbe dovuto avvenire a giorni, da qui probabilmente l’acuirsi della disperazione, come confermerebbe lo sfogo della donna poco prima del tragico gesto.

Il Comune di Zola fa sapere ancora che “la signora e il compagno si erano messi alla ricerca di un alloggio che è stato trovato, tramite conoscenti, a Zola Predosa con un canone di 600 euro mensili, senza spese condominiali. I signori sono stati informati dall’assistente sociale della possibilità di richiedere al servizio un aiuto economico per la caparra e per i canoni del nuovo alloggio”.

Ricostruita così la vicenda, il Comune chiosa difendendo l’operato dei servizi sociali: “Hanno fatto tutto quanto in loro potere per tentare di offrire soluzioni e sostegno – come succede peraltro con tutti i cittadini e i nuclei famigliari in difficoltà”.

bolognatoday.it

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3 thoughts on “Crisi, mamma in attesa di sfratto si suicida. Il Comune: abbiamo fatto il possibile

  1. Offrire un alloggio a 600 euro ad una donna con gravi disagi economici? Ma vi rendete conto dell’idiozia che state dicendo? Io pago 600 euro al mese ma lavoriamo io e mio marito…noi che lavoriamo nonostante tutto facciamo fatica…figuriamoci per questa famiglia.

  2. se hanno fatto tutto quanto in loro potere, allora perché si è suicidata???

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