Poste Italiane, 30 anni di disumane violenze contro un lavoratore disabile

 

Io sono la vergognosa testimonianza di una illegalità tutta Italiana! dove la violazione di leggi e normative sono il vergognoso riscontro che in questa triste Italia non funziona nulla, dove tutto è corrotto e compromesso e nessuno ha il coraggio di fare il proprio dovere al solo scopo di tutelare lavoratori disabili.

carmelo-vinci01

 

Io sono la vergognosa testimonianza di una illegalità tutta Italiana! dove la violazione di leggi e normative sono il vergognoso riscontro che in questa triste Italia non funziona nulla, dove tutto è corrotto e compromesso e nessuno ha il coraggio di fare il proprio dovere al solo scopo di tutelare lavoratori disabili.

Mi chiamo Carmelo Vinci sono nato il 18/05/1960 a Palermo e sono residente a Sesto San Giovanni (Mi) in Via Nino Bixio 52/A, sono disabile dalla nascita oggi con molteplici gravi patologie permanenti.

Vi chiedo la vostra cortese attenzione per la mia gravissima condizione in cui mi trovo a causa di un disumano calvario lavorativo a cui sono stato costretto a sottostare per oltre 30’anni, in un posto di lavoro dove mi è sempre stato negato ogni diritto per primo quello di poter salvaguardare la mia preziosa e delicata salute, la cosa molto grave in assoluto e che in questo mio percorso lavorativo sono coinvolte tutte quelle istituzioni che per normative ben specifiche in materia di prevenzione avrebbero dovuto intervenire energicamente per tutelare un lavoratore disabile ma invece dette istituzioni hanno contribuito a proporre altre violenze, tutelando cosi un azienda che ha agito da sempre nella totale illegalità una azienda oggi denominata Poste Italiane spa.

Fin dalla mia assunzione emerge dai vari responsabili di Poste Italiane “all’epoca Amministrazione PT” una totale indifferenza nel avere un minimo di rispetto per la mia evidente malformazione fisica (affetto da poliomielite con paralisi totale di tutta la gamba dx) quindi priva di funzionalità motoria e con un evidente difficoltà di deambulazione, appena assunto invece di avere una applicazione lavorativa consona al mio stato di salute con la possibilità di potermi sedere (Sedentaria) vengo applicato a svolgere compiti per me molto gravosi, con la conseguenza di dover sollevare quotidianamente pesanti pesi e camminare con gli stessi per poterli posizionare al loro posto, passano anni in attesa di promesse di intervento da parte dei sindacati mai attuate, le mie condizioni di salute iniziano ad aggravarsi ed esausto di tale condizione inizio a chiedere aiuto alle varie istituzioni di prevenzione come ad esempio A.S.L. Ispettorato del Lavoro e Provincia di Milano, ma come mi rivolgo a dette strutture nel tempo emergono gravissimi illeciti per non voler intervenire, addirittura in una gravissima circostanza dove imputabile l’azienda per lesione colpose per un grave incidente che ho avuto sul posto di lavoro, una dottoressa dell’A.S.L preposta alla mia pratica mi dichiara brutalmente di non presentare ulteriori denuncie o segnalazioni poichè non sarebbero intervenuti, poi l’ufficio della Provincia di Milano dove un responsabile preposto che conosceva tutta la mia grave condizione mi mette al corrente che Poste Italiane fin dall’entrata in vigore della legge 68/99 non aveva mai denunciato all’ufficio preposto della Provincia la regolarizzazione dei dipendenti disabili o con limitazioni lavorative a suo carico, quindi dal 1982 al 2003 nella denuncia riepilogativa Nazionale risultava che detta azienda no ha mai assunto disabili, tale confidenza fattami dal preposto della Provincia mi viene fatta al solo scopo di dover fare io una denuncia poichè detto ufficio non avrebbe fatto null’altro.

Le gravi condizioni lavorative nonostante le mie diverse segnalazioni e denuncie presentate agli organi competenti sono sempre state ignorate e nessuno mi ha mai convocato per essere ascoltato, tale grave mia condizione resta invariata fino a Dicembre del 2002 quando l’azienda decide di chiudere definitivamente l’attuale struttura lavorativa, viene attuata una mobilità e tutti i dipendenti vengono trasferiti ma io vengo trattenuto forzatamente in tale struttura ormai dismessa come custode addetto alla portineria, costretto dalla gravissima circostanza a cui l’azienda volutamente e con tanto di lettera di comando mi obbliga a sottostare in una condizione a dir poco disumana e di estremo pericolo, decido quindi di rendere pubblica tutta la vicenda e con l’aiuto di un rappresentante sindacale dei Cobas denunciamo sui giornali sia la mia assurda vicenda che quella di altri lavoratori disabili che subivano in quel periodo vessazioni e soprusi, a Gennaio 2003 dopo che sono intervenuti diverse testate giornalistiche io dopo tanta umiliante attesa vengo trasferito immediatamente presso il nuovo ufficio di Sesto San Giovanni (MI) ma è l’inizio di una persecuzione nei miei confronti senza precedenti dove sono coinvolti direttori, responsabili,e rappresentanti sindacali questi ultimi con un lungo curriculum di violenze attuate sul posto di lavoro contro numerosi dipendenti e ampiamente noti alla stessa azienda.

Leggi la denuncia >>>

Preciso che dal momento che vengo trasferito dalla vecchia sede sono trascorsi 20 anni ed io ho svolto sempre attività lavorative di estrema manovalanza non idonee alla mia disabilità e le mie condizioni di salute sono gravemente compromesse, la mia invalidità da superiore ad un terzo dall’atto dell’assunzione è passata al 50% dopo che mi sono state riscontrate diverse patologie tra queste la presenza di più ernie alla colonna vertebrale, l’aver subito un intervento al ginocchio della gamba sana, una grave forma di scoliosi e per una grave forma di depressione ansiosa.

Nel nuovo posto di lavoro fin dal primo giorno del mio arrivo vengo umiliato con ogni tipo di volgari bassezze e sono costretto a prendere una posizione che per me diventa l’unica mia difesa possibile, mi viene chiesto nuovamente di svolgere attività lavorative non consone e io mi rifiuto pretendendo che ciò mi venisse richiesto per iscritto dall’azienda come da prassi, metto al corrente la stessa azienda per iscritto della mia presa di posizione e comunico che nonostante le richieste avanzate dai direttori solo verbalmente io avrei svolto soltanto l’attività di addetto alla portineria poichè era l’unico svolgimento lavorativo consono all’ormai mio delicato stato di salute, comunico in oltre all’azienda che se ritenevano fare obbiezioni alla mia presa di posizione di farlo per iscritto, quindi mi trovo nuovamente costretto a rivolgermi alle strutture di prevenzione A.S.L. e Provincia di Milano.

Dopo diversi solleciti intervengono A.S.L. e Provincia che mettono a norma la mia nuova attività lavorativa di addetto alla portineria mentre l’azienda non mi ha mai contestato nulla, le persecuzioni però non smettono anzi si intensificano ed ogni occasione e sempre buona per essere umiliato deriso e istigato alla violenza anche con insulti personali sempre attuati da direttori e responsabili ed in tale condizione sono costretto a rivolgermi ad un legale privato che invia una diffida all’attuale direttore.

Dopo l’intervento della A.S.L. e Provincia l’azienda senza prima coinvolgere le strutture di prevenzione chiude la portineria ed io vengo applicato nel reparto soprastante a fare di tutto e si ricomincia da capo.

In breve tempo vengo anche perseguito con accanimento da dei rappresentanti sindacali, questi fanno di tutto sul posto di lavoro per farmi perdere la ragione gli insulti e provocazioni sono all’ordine del giorno, nonostante la mia più total indifferenza alle loro vili persecuzioni, tutto ciò va avanti fino al 2006 quando questi delinquenti mi aspettano fuori dal posto di lavoro e trovano il coraggio di picchiarmi selvaggiamente, data tale gravità io sono costretto a presentare una denuncia per aggressione e percosse contro questi energumeni violenti presso la PS di Sesto San Giovanni (MI) e per conoscenza la invio anche all’azienda.

Dopo aver subito tutta questa volgare violenza decido di chiedere di essere trasferito in altra sede e nonostante le mie giustificate motivazioni espresse mi viene negato per ben tre volte la possibilità di essere trasferito.

Passa circa un anno dalla mia aggressione e i farabutti rappresentanti sindacali dopo essersi assicurati che la mia denuncia fatta per la loro aggressione venisse bloccata grazie a loro conoscenze tra le forze dell’ordine tornano all’attacco e i tre rappresentanti sindacali in accordo con alcuni falsi testimoni anche essi dipendenti di Poste Italiane organizzano una falsa denuncia nei miei confronti ed io mi ritrovo accusato per ingiurie e minacce contro gli stessi, il procedimento processuale dove loro anno delle illustre conoscenze si svolge presso il tribunale di Monza e dura fino al 2012, nel fra tempo in questi ultimi anni le mie condizioni di salute sono gravemente peggiorate, tramite un ulteriore revisione della mia invalidità ottengo il riconoscimento del 75%, sono in cura presso i CPS per la mia grave forma depressiva e all’improvviso il mio corpo sembra cedere drasticamente, passo tutto il 2012 in malattia la mia grave depressione e una forte forma di stanchezza mi impediscono di poter restare anche solo in piedi, nel fra tempo tante visite ed esami per poter capire cosa mi stava succedendo e tramite un esame cardiologico emerge che il mio cuore si è ammalato per il forte stress vissuto e devo essere operato d’urgenza per la rottura della valvola mitralica, contemporaneamente a tutto ciò si conclude il processo nei miei confronti ben organizzato dai farabutti rappresentanti sindacali e dipendenti di Poste Italiane ed io vengo condannato a pagare decine di migliaia di euro tra spese processuali e richieste di risarcimento.

Provo una profonda umiliazione e rabbia di ingiustizia che non mi fa più vivere e per la testa mi passano solo brutti pensieri, provo tanta vergogna per essere stato trascinato come un comune delinquente in un tribunale con false accuse, al solo pensiero che dovrò riprendere il lavoro in quell’ambiente cosi ostile presidiato da farabutti e delinquenti preferisco abbandonare il posto di lavoro per salvarmi la vita e la mia dignità, quindi avendone parlato con la mia famiglia che è d’accordo con la mia decisione do le dimissioni e mi licenzio dai farabutti e dalla disumanità da sempre offertami da Poste Italiane e dal 1/01/2013 sono quindi disoccupato.

Preciso in oltre che Poste Italiane nel tempo e a distanza di anni mi ha rilasciato due importanti dichiarazioni che dimostrano di quanta astuzia diabolica possa aver attuare pur di non trovarsi in difetto ma allo stesso tempo sono una chiara ammissione di una gravissima responsabilità.

Dichiaro che quanto da me descritto corrisponde a verità e che posso comprovare se mi verrà chiesto con una dettagliata documentazione.

 

SOSTIENI IMOLAOGGI
il sito di informazione libera diretto da Armando Manocchia

IBAN: IT59R0538721000000003468037 BIC BPMOIT22XXX
Postepay 5333 1711 3273 2534
Codice Fiscale: MNCRND56A30F717K