Poletti insiste: d’estate i giovani devono lavorare gratis “volontariato”

poletti

 

“Sono favorevole a che nei progetti di alternanza fra scuola e lavoro gli stage lavorativi possano essere fatti anche d’estate, se è una scelta volontaria”.

Così il ministro del Lavoro Giuliano Poletti è tornato ai microfoni dell’Intervista di Maria Latella sulla polemica di mandare a lavorare gli studenti durante le vacanze estive. “Bisogna incominciare a far capire ai giovani cosa sia il lavoro e cosa sia un’impresa” ha aggiunto.

Per quanto riguarda il Def, il ministro ha detto che va destinato il tesoretto alla parte più debole società. Le situazioni di indigenza”. “Credo che il nostro Paese – ha aggiunto – – abbia bisogno di un intervento sulla parte più debole della società”

In realtà il tesoretto è un’invenzione. Al suo posto c’è un buco di BEN 16 MILIARDI DI EURO

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38 thoughts on “Poletti insiste: d’estate i giovani devono lavorare gratis “volontariato”

  1. Ministro (spero che legga e dia una risposta chiara), se parliamo di volontariato non bisognerebbe usare il verbo “dovere”. Se anche i ragazzi dovessero lavorare in estate, le famiglie avrebbero problemi enormi ad organizzare le poche agognate e modeste ferie. Lasciamo liberi i ragazzi di scegliere! Ovviamente, se volessero, non camuffiamo lo sfruttamento col volontariato: il lavoro DEVE essere retribuito! Guardi che qui al Sud i ragazzi si danno da fare ma con lavoretti mal pagati ed orari assurdi.
    La saluto cordialmente e le ricordo che il riposo rigenera il corpo e lo spirito.

  2. Tutti generosi se le chiappe sono di altri!!! Facciamo che tu lavori (anche per finta) a gratis e paghiamo i ragazzi che dovrebbero lavorare gratis.

  3. Dalle mie parti superati i sedici anni era normale andare a lavoro d’estate anche se eri bravo a scuola.
    Però si andava con il libretto di lavoro si veniva assunti, e venivano pagati i contributi, anche se gli stipendi erano modesti.
    Caro ministro ci mandi i suoi figli a lavoro gratis d’estate.

  4. disposto a lavorare gratis per disperazione totale, almeno faccio qualcosa, mi sono reso conto che a 23 anni non ho prospettiva di un qualsiasi futuro.

    grazie

  5. Forse dovrebbe dare l’esempio,dato che ha fatto la proposta,di lavorare gratis tutta l’estate. p.s.va bene avere delle idee,ma c’è un limite.

  6. Ma vi ascoltate quando parlate? Vivete da sempre con stipendi da favole pagati noi e avete il coraggio di fare questo proposte? Ammazzatevi!

  7. Ho iniziato a lavorare nel 1995. Quest’anno, tra le altre cose, di anni ne saranno 20. Di progressi, ben pochi, tutt’al più regressioni. All’epoca, che sembra appartenere non soltanto al secolo-millennio scorso, ma a epoche preistoriche se paragonate all’oggi, esistevano forme nobili quali il contratto di apprendistato (quello vero) e quello che oggi sarebbe un sogno irraggiungibile per i circa due milioni di giovani disoccupati (quelli censiti), e per tutti/e quelli/e ancora sottomessi a svariate e innumerevoli forme di precariato, conosciuto come “contratto di formazione e lavoro”. L’inclusione del termine ‘formazione’ nella tipologia contrattuale non sminuiva la portata legale di tale contratto né, tanto meno, rappresentava l’anticamera del volontariato. Tutt’altro: i livelli di assunzione (anche per un 18enne) corrispondevano alle retribuzioni fissate dai CCNL e, addirittura, principio della c.d. automaticità delle prestazioni previdenziali. Quest’ultimo arrivava persino ad assicurare la garanzia talmente prestigiosa che prevedeva, nel frequentissimo caso di omissione contributiva del datore di lavoro, di avere accesso alla pensione di vecchiaia, invalidità da lavoro e superstiti oltre che alle forme minime di welfare esistenti che prevedevano la presentazione dei contributi versati rispetto all’assenza dei quali non esisteva alcuna forma di rivalsa da parte del lavoratore né di obbligo rispetto a tale versamento (che molto spesso i datori di lavoro si guardavano bene dal rispettare). Con l’avvento e la diffusione dei contratti a progetto e delle finte partite IVA avremmo perso in tronco tale garanzia.
    In quella lontanissima epoca il rischio nel quale poteva incorrere lo sventurato adolescente era quello del ‘lavoro nero’ o ‘irregolare’ o ancora ‘informale’. Da allora ad oggi i termini per definirlo sono addirittura aumentati, così come la sua diffusione, e non è stata la molteplicità di forme contrattuale né le minori tutele di certo in grado di sconfiggerlo. Tutt’altro, ora sono gli stessi lavoratori a chiedere di ‘poter lavorare in nero’, o in qualsiasi terminologia si voglia adottare, poiché maggiormente in grado di garantire una retribuzione rispetto a una forma contrattuale che non garantisce il riconoscimento di un salario e la puntualità di un pagamento né una congrua retribuzione.
    L’adolescente della metà degli anni Novanta “cosa [fosse] il lavoro e cosa [fosse] l’impresa” lo aveva molto, molto chiaro. Il suo lavoro fisico nella ristorazione, nel commercio o nel turismo o in qualità di garzone di bottega decenni prima i suoi genitori che con quei lavori avrebbero potuto mantenersi e crescere, sarebbe stato retribuito e la ‘percezione popolare’ (se a questa dobbiamo arrivare a doverci appellare 20 anni indietro più tardi) non avrebbe neanche lontanamente percepito forme non retribuite di quei lavori, neanche a fronte di un adolescente di età inferiore ai 18 anni.
    Quell’adolescente li aveva talmente chiari quei concetti, congiuntamente al loro immediato riscontro e trasposizione pratica, da continuare a non comprendere poiché gli impieghi ‘presuntamente’ professionali di 10 e poi 20 anni più tardi – accompagnati da altrettanta esperienza, titoli e qualificazioni conseguite con i sacrifici investiti in quegli impieghi, conoscenze linguistiche e tecniche e incarichi rivestiti in numerosi paesi oltre a quello di origine – siano retribuiti di cifre inferiori talvolta inferiori oltre il 50% delle retribuzioni riconosciute per quei lavori svolti prima ancora di conseguire non tanto lauree e master, ma addirittura lo stesso diploma di maturità.
    Rispetto a quanto quell’adolescente del 1995 avesse chiarissimi tali concetti e a quanto solo le possibilità date dal potere d’acquisto e dal poter iniziare a provvedere alla propria sopravvivenza grazie al frutto economico del proprio lavoro potesse renderli così lampanti e concreti non posso avere dubbi, tanto da ricordarli in maniera indelebile come se fosse oggi in ogni mia giornata lavorativa da quel lontano 19 giugno 1995 a oggi. Dubbi ne ho, invece, e parecchi, rispetto a quanto potesse aver altrettanto chiari quei concetti il Signor Ministro Giuliano Poletti, assessore all’età di 25 anni, mentre i suoi coetanei meno fortunati si barcamenavano nella ricerca di impieghi retribuiti che lui si sarebbe impegnato a trasformare in ‘volontari’ grazie al consolidato ‘concetto di lavoro’ maturato con i sacrifici che, chiaramente, solo un assessore 25enne può conoscere.
    Sicuramente avrà avuto occasione di apprendere il nobile ‘concetto di lavoro’ nelle cooperative che ha presieduto quando iniziava a essere un po’ meno giovane, trasposizione concettuale che si trasformò in deriva in maniera quasi altrettanto rapida della dissoluzione dell’automaticità delle prestazioni previdenziali, come finalmente anche il comune cittadino inizia a essere messo a parte, peccato soltanto adesso.
    Non ho dubbi, al tempo stesso, rispetto al fatto che l’adolescente di oggi proveniente dalla classe media ormai condannata all’estinzione quel concetto di lavoro lo abbia altrettanto chiaro rispetto a quanto lo avesse il/la suo pari del ventennio scorso. Peccato che debba ancora continuare a pagare (anziché essere pagato), persino per esercitarlo quel lavoro, e che a non aver diritto al riconoscimento e al valore di un salario debba essere condannato colui che di lavoro vive, vivrà e avrà bisogno rispetto a tutti coloro che il ‘concetto di lavoro e di impresa’ non saprebbero neanche evocarlo a distanza e devono, nel frattempo, continuare a percepire retribuzioni astronomiche senza alcuna ricaduta positiva sulla società, oltre che sul progresso di quello stesso ‘concetto di lavoro e di impresa’.

  8. poletti ma perché non lavori tu gratis per 3 mesi? Se dessi quello che guadagni per 3mesi a chi ne ha bisogno aiuteresti sicuramente tanta gente!!

  9. Il problema è che il lavoro gratis (ossia volontariato) ha soppiantato il lavoro pagato. Un circolo vizioso come quello dei laureati trentenni che vivevano con i genitori e quindi potevano chiedere solo €500/mese, con il risultato che nessuno pagava di più. Solo che ora non chiedono neanche quello, quindi c’è chi pretende di non pagare, e basta. Come gli organizzatori dell’Expo, che incassano la sponsorizzazione della Coca Cola ma pensano che i ragazzi devono sacrificarsi per la passione per Milano…
    La “passione” – appunto – come quello che spinge la gente a ingolfare internet di foto, filmati, saggi di scrittura, ecc. ecc… perché hanno a disposizione i mezzi a costo (quasi) zero e internet sarebbe l’unico posto in cui potersi esporre. Tanto, tutto è esperienza: fa “curriculum”…
    La” volontarizzazione” e “amatorizzazione” dei mestieri poi fa si che il mondo del lavoro diventi un inferno per chi, dopo anni di studio e esperienza, oserebbe pretendere di guadagnare qualcosa.
    Così i ragazzi in vacanza imparerebbero si un mestiere, ma anche che poi alla fine non vale niente perché tanto, “ne trovo migliaia che farebbero il tuo mestiere gratis”…
    Che poi, Poletti è così “antico” che probabilmente vuole veramente tornare ai tempi in cui le famiglie facevano figli per incrementare la forza lavoro, e i bimbi durante le vacanze lavoravano i campi…

  10. Ma, ditemi che e’ uno scherzo!!! ma questo co sta faccia da maialino ingrassato a secchi di euro del suo amichetto che lo ha messo la, questo ebete che si sente forte e protetto da 4 mafiosi con cui cena, lo sa ke nn c e’ mafioso ke tenga alla furia di un solo singolo cittadino inca…to?? poletti io nn ti considero proprio xke sei vento, passerai.. e passeranno le scorte e i tempi in cui t senti cosi invincibile… nel frattempo,manda i tuoi figli a fare gli sguatteri gratis, o l apprendista a 2 euro l ora lavorando 12 ore, mandaci i tuoi figli viscido schivoso..e copriti bene, che e’ un attimo che si metta a piovere. Pagliacci.. presto chiudera’ il circo, c vediamo all uscita..

  11. Ma chi ce l’ha messo questo ?? perche’ dobbiamo pagare con i nostri soldi un elemento del genere ?

  12. Fai in modo che i figli vostri di senatori viceministri deputati parlamentari e tutti quelli come voi diano il buon esempio . Ma pensi che quelli non si sporcano le mani

  13. ma non lavoravano gratis anche gli schiavi? alla fine stavano meglio loro almeno avevano vitto e alloggio, Poletti vorrebbe gli schiavi che finito di lavorare tolgono il disturbo e a vitto e alloggio ci pensano i loro genitori. poletti vai a lavorare in qualche miniera a cielo aperto come garimpieros, così capirai cosa vuol dire lavorare. non sei pagato dagli italiani per sparare cavolate,

  14. ma per favore onorevole, rilanciamo il mondo del lavoro in questo modo? I giovani che studiano devono studiare, è già quello il loro lavoro non retribuito. A fare volontariato ci andassero quelli come lei che non hanno problemi ad arrivare a fine mese. Buon lavoro!

  15. Caro Paoletti, io inviterei lei e i suoi colleghi a vivere non dico tanto ma un mese come vivo io, con il lavoro che faccio io e lo stimpendio che prendo io…e poi voglio vedere se saltano fuori tutti sti discorsi e ste leggi che giornalmente saltano fuori e che ci stanno portando alla distruzione piú totale….facile parlare da lassú e anche molto comodo…ma spero si arrivi presto il momento in cui tutti i miei connazionali dicano basta perchè siamo davvero al limita

  16. Uno stage si fa per imparare, ma l’impressione è che si vuole sfruttare i ragazzi. Io a quindici anni ho lavorato d’estate con mio padre e guadagnavo 50.000 lire al giorno per 40 giorni di arena a Verona. Facevo il cameriere ed era il 1981. Ho un ottimo ricordo di quell’estate e mi è servito imparare quel lavoro. Soprattutto ero fierobebcontento di guadagnare e ho capito a cosa serve il lavoro. Oggi mio figlio ha 15 anni e vorrebbe lavorare d’estate per guadagnarsi i soldi che gli servono per il motorino. Caro poletti ( minuscolo fatto apposta), prevedi una retribuzione e trovi tutti i ragazzi che vuoi. A gratis e per le tue cooperative non ne troverai….

  17. Ma che ne sa di istruzione e percorsi formativi uno che non sa cosa sia una laurea?
    ma che ne sa di lavoro uno che in vita sua non ha mai lavorato ed ha campato solo e sempre di politica?

  18. Un mio amico olandese, 19enne all’epoca, si è PAGATO le vacanze in Andalusia perché durante l’anno scolastico lavorava come portiere di notte in un albergo. PAGATO. Se invece di difendere una Repubblica fondata sul lavoro vuole difendere lo sfruttamento, inizi a lavorare lui gratis

  19. La parte più debole! Sono d’accordissimo ma spero che questo tesoretta( se esiste veramente!!!) vada ai nostri italiani indigenti e non a quelli che arrivano con i barconi e che il governo ha sistemato o sistemerà gratis in Hitel anche di lusso a nostre spese!!!

  20. Ci vada lei Poletti a lavorare gratis. Evito il resto del commento ma lo può immaginare.

  21. SE L’ISIS DOVESSE VENIRE SPERIAMO CHE MIRI L’OBIETTIVO GIUSTO OVVERO PALAZZO KIGI CON TUTTI I PAGLIACCI DENTRO, CIO’ CHE NON HA CORAGGIO DI FARE IL NOSTRO POPOLO CI RIUSCIRANNO GLI JIHAIDISTI, SPERIAMO CHE A VOI RAZZA POLITICA INUTILE VI MIRI BENE, ALL’ERTA, ALL’ERTA, ATTENTI POLITICI DI MERDA CHE STANNO ARRIVANDO. .

  22. I POLITICI SIETE 1 SOCIETA’ A DELINQUERE NON FATE ALTRO CHE RUBARE, TRUFFARE, FARE I LAVATIVI, E DATE ORDINI AI GIOVANI E LAVORATORI, A QUA LE TITOLO? ANDATE VOI A FARE STAGE GRATIS INVECE DI PRENDERVI 15-20 MI LA EURO OLTRE A RUBARE, VERGOGNATEVI, POLETTI PENSA X TE CHE E’ MEGLIO BRACCIA RUBATE ALL’AGRICOLTURA, STRONZI.

  23. Ma che vada a lavorare lui e tutti gli altri politici gratis così imparano cosa significa lavorare e non stare seduti nelle poltrone a dire cazzate e grattarsi il culo mentre prendono il denaro del popolo che fa fatica per guadagnarselo

  24. Ma questo dove lo hanno trovato??
    Ma certo lavoriamo gratis e poi d’inverno ci mantiene lui a sue spese

  25. Giusto quello detto da Poletti, però prima ci vadano i suoi figli e di conseguenza i figli di tutti i PDioti politici, Poletti ma ancora non ti ci mandano!!!

    1. Ma perché non ci và lui a lavorare gratis anche perché nella sua vita questa sottospecie umana non ha mai fatto un cazzo nella sua vita?

  26. io lavoro gratis ok…. Poi la sera vengo a casa tua a lavarmi e mangiare!!
    Nel caso dovessi ammalarmi faccio il tuo nome in farmacia!!
    Grazie

  27. LARGO AI GIOVANI . SENZA RETRIBUZIONE >ABBIAMO UN TESORETTO< ED I DISOCCUOATI ; AVRANNO LA "CARICA" DI DICOSSUPATI LEGITTIMI A MORIR DI FAME.!

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