Contratti “rumeni”, il Pd sapeva? Perché non ha fatto né detto nulla?

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“Niente Inail! Niente Inps! Niente Malattia! Niente infortuni! Da 14 mensilità più tfr si passa a 11, e per giunta con la “max flessibilità”. Così, con la semplice violenza di un volantino appeso al muro (in allegato le immagini, ndr) vengono “offerti” lavoratori interinali con “contratto rumeno”. Succede a Modena, ma probabilmente anche altrove, perché non esiste limite al peggio, se il lavoro è merce e non dignità e diritti.

Il responsabile economico del PD Taddei rilascia un’intervista in cui sostiene di essere da tempo al corrente che in Italia operino agenzie interinali che offrono lavoratori con contratto di diritto rumeno. Sostiene poi che risolveranno la questione nel decreto sul riordino delle forme contrattuali.

Viene da chiedersi perché non abbia detto né fatto nulla fino ad oggi, se era al corrente di uno scandalo simile. La risposta probabilmente sta nel fatto che non hanno un’idea precisa del problema, visto come vorrebbero affrontarlo. Il tema non è infatti se in Italia sia possibile stipulare un contratto di lavoro fuori dalle regole nazionali, ma se sia possibile sottoscrivere un accordo commerciale di fornitura di lavoro con una società risiedente in altro paese UE alle condizioni di quel paese. Parliamo insomma di libertà di circolazione e di quella direttiva Bolkestein tanto difesa dai socialisti europei. Credo tuttavia si possa individuare la condizione per escludere le agenzie interinali dalla liberalizzazione del mercato dei servizi. Noi stiamo lavorando su questo e intanto si rafforza il giudizio di totale inadeguatezza su chi attualmente ci governa.

On. Giovanni Paglia

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