Business immigrazione: indagato il braccio destro di Alfano

Alfano-Castiglione

 

Giuseppe Castiglione, sottosegretario e braccio destro in Sicilia del ministro dell’Interno Angelino Alfano, finisce nell’inchiesta sull’appalto manipolato per il Centro accoglienza richiedenti asilo di Mineo, il più grande d’Europa. Con il politico è finito indagato anche Luca Odevaine, il presunto manovratore di Mafia Capitale per il controllo del business immigrazione in tutta Italia.

Centro immigrati Mineo, con palme e climatizzatori
Centro immigrati Mineo, con palme e climatizzatori

Sono due le indagini in Sicilia: l’una alla procura di Caltagirone, l’altra a Catania. Ma entrambe puntano a sospetti illeciti nella gestione del campo profughi di Mineo. Le due inchieste hanno subito uno sprint dopo che il responsabile dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone, ha inviato gli atti investigativi dell’indagine sull’organizzazione mafiosa romana, capeggiata dal boss Massimo Carminati, ai magistrati siciliani. I riscontri del procuratore capo Giuseppe Pignatone e dell’aggiunto Michele Prestipino, infatti, hanno consentito di tracciare un quadro nitido di come la «cricca» criminale fosse riuscita a infiltrarsi nel tessuto politico e amministrativo sia della Regione Lazio sia del settore immigrazione

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Un controllo messo in atto attraverso Odevaine, all’epoca dei fatti componente del Tavolo tecnico sull’immigrazione del ministero dell’Interno, che negli atti romani discute anche del Cara di Mineo. L’indagine siciliana di Caltagirone riguarda l’appalto del 2014 da circa 100 milioni di euro per la gestione triennale del Cara di Mineo, affidato a una commissione aggiudicatrice della quale Odevaine è entrato a far parte 5 giorni dopo essere stato nominato «collaboratore dell’Ufficio progettazione, gestione e rendicontazione dei fondi europei».

Castiglione, invece, è coinvolto in entrambe le indagini per fatti di quando era al vertice del consorzio, prima in qualità di presidente della Provincia di Catania, poi – quando nel 2013 la competenza passa al ministero dell’Interno – come presidente del «Calatino Terra d’Accoglienza». Tuttavia del sottosegretario c’è ampia traccia anche nelle intercettazioni di Mafia Capitale.

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In particolare, gli investigatori del Ros hanno captato una conversazione ambientale cui hanno preso parte, tra gli altri, Carminati, Salvatore Buzzi, braccio imprenditoriale del boss, e Fabrizio Testa, referente della «cricca» per i rapporti con la politica. Il gruppo discute di un appalto proprio per il campo di Mineo. «I siciliani, il gruppo di Alfano», dice Testa, con Carminati che afferma «Alfano sta solo con i siciliani, gli altri non se li incula nessuno (…) lui non si fida più di nessuno». Decidono, dunque, di arrivare al ministro dell’Interno. «Ma con Alfano – dice Testa – non ce fa…perché poi te manda da quell’altro…cioè il vero responsabile, da Castiglione».

Ivan Cimmarusti  il tempo

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One thought on “Business immigrazione: indagato il braccio destro di Alfano

  1. …CHE LA MANO SINISTRA DEL SIGNORE, NON SAPPIA QUELLO CHE Fà LA MANO DESTRA.! (DENUTROMIO III)
    =NON SAPPIA.??? … FATTO SALVAGENTE PER I CRISTIANI COLPVOLI CONTRO I DIECI COMANDAMENTI.!!!

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