QE, Bundesbank contro Draghi: ora la disciplina di bilancio sarà trascurata

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Il piano di acquisti di titoli di Stato della Bce trasformerà le Banche centrali nazionali nei principali creditori del debito pubblico dei paesi dell’area euro, e questo comporterà rischi sia per la disciplina di bilancio, sia per l’indipendenza della politica monetaria della Bce. Questo lo sfogo del presidente della Bundesbank, l’arcifalco Jens Weidmann che è stato tra i più duri oppositori, nei mesi passati di trattative, del quantitative easing deciso ieri dal Consiglio direttivo.

Il banchiere centrale tedesco ha espresso le sue “doléances” in una intervista al principale quotidiano del paese, il tabloid Bild, di cui parte del contenuto è stato anticipato con un lancio stampa.
La manovra della Bce “comporta il rischio che la disciplina di bilancio venga trascurata”, ha affermato Weidmann. E la rilevanza che le stesse banche centrali assumeranno in quanto creditori dello Stato potrebbe aumentare i rischi di pressioni politiche sulla Bce affinché mantenga i tassi bassi. “Questo sarà impegnativo quando sarà necessario che i tassi tornino a salire”.

Ieri, illustrando le decisioni del Consiglio direttivo, il presidente dell Bce Mario Draghi ha puntualizzato che la decisione di avviare quasi subito, da marzo, gli acquisti di titoli di Stato è stata presa con una ampia maggioranza (quindi, presumibilmente, con Weidmann contrario). Quella di condividere solo al 20 per cento i rischi di questi titoli è stata prese per “consensus”, ovvero senza oppositori. Infine, lo stabilire che gli acquisti di bond rappresentano uno strumento legittimo di politica monetaria è stata presa all’unanimità.

Weidmann non ha apertamente contestato questo ultimo principio che ha appena sottoscritto nel direttorio, ma comunque non ha mancato di ritornarvi polemicamente, sostenendo che “nell’Unione monetaria, gli acquisti di titoli di Stato sono uno strumento diverso da tutti gli altri”.

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