Marò, stampa indiana: “Mettiamo fine a questa farsa, siano processati in Italia”

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“Mettiamo fine a questa farsa, mandare a casa i maro’ e’ la cosa migliore”: all’indomani della decisione della Corte Suprema indiana che ha concesso altri tre mesi in Italia a Massimiliano Latorre ancora in convalescenza dopo l’intervento al cuore subito, dalla stampa indiana arriva un’altra boccata d’ossigeno per i due maro’.

The Economic Times, un quotidiano che ha spesso pubblicato ‘soffiate’ del ministero dell’Interno o della Nia, l’agenzia investigativa indiana, sottolinea in un editoriale che il governo del premier Narendra Modi “sta valutando un accordo consensuale con l’Italia per risolvere la questione” e aggiunge che “questa e’ davvero l’opzione migliore”. “E’ tempo di metter fine alla farsa e mandare i maro’ a casa perche’ siano processati in un tribunale militare a Roma”, aggiunge il giornale. E ancora: “Il governo indiano, esattamente come il suo predecessore, non ha alcuna interesse nel punire i due maro’, considerato il fatto che sono in gioco le relazioni diplomatiche dell’India con l’Ue. Gli italiani lo sanno bene e hanno condotto il gioco diplomatico alla perfezione, conducendo l’India in una trappola giuridica”.

Secondo il quotidiano, la serie di errori di New Delhi e’ cominciata nel 2013 quando l’allora ministro dell’Interno RK Singh consegno’ l’inchiesta alla Nia, che fece appello alla legge anti-pirateria. Una legge, ricorda ancora The Economic Times, che ha scatenato la furia dell’Italia perche’ prevede la pena di morte (che invece era stata esclusa dalle garanzie assicurate all’Italia dal ministro degli Esteri, Salman Khurshid). Ma l’India imperterrita continuo’ a “infilare la testa nella sabbia”.

Ripercorrendo i vari complicati meandri giuridici della vicenda, il quotidiano conclude che il governo di New Delhi al momento e’ “disponibile all’ipotesi di consentire ai due maro’ di scontare la sentenza in Italia, se condannati in India. Ora – e’ la conclusione- dovrebbe consentire loro anche di essere processati in Italia”. agi

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