Matteo Salvini: “Rimettere l’Uomo al centro delle cose e non l’economia”

Matteo Salvini a Roma, il colloquio a L`Universale

salvini

 

Il colloquio serale a Roma di giovedì 18 tra il segretario della Lega, Matteo Salvini, e il gruppo di promotori – cattedratici, liberi professionisti, produttori e operatori per una rinascita della cultura e della solidarietà sociale – del confronto politico-ideale per la costruzione di una solida e vincente alternativa al malgoverno in Italia, ha aperto un grande spazio di fattiva cooperazione politica.

Non a caso l’appuntamento a L’Universale si è avuto in corrispondenza della “bellissima sfida” del segretario leghista per ampliare i consensi del movimento al centrosud “senza riciclerie”, sbarrando cioè la strada a chi tenta di “salire sul tram vincente in corsa” e rimane in realtà passatista, autoreferenziale, opportunista. Con “pre-adesioni” da valutare, perché, allo stato, non esistono – ha dichiarato Salvini – referenti politici della Lega nella penisola, almeno da Roma al sud, alle isole. Una selezione fondata su una “attenta valutazione” delle adesioni, tra chi “non ha avuto incarichi politici e ha la fedina penale pulita”. Un “progetto nuovo, fresco, giovane” che non rinnega le origini federaliste della Lega, perché “Roma ladrona non è certo la Roma della gente che produce, dei tassisti, dei commercianti, degli artigiani” ma di chi la malgoverna.

Sui Cinque Punti del programma di massima “per rimettere l’Uomo al centro delle cose e non l’economia”

  • Difesa della creatività e del prodotto italiano, spezzate le catene dell’euro;
  • Controllo e limitazione dell’immigrazione anche perché va difesa l’identità della nostra terra e non è possibile aggiungere disoccupazione a disoccupazione;
  • Economia equa e sociale. Con un prelievo fiscale ribassato al 15% per dare uno sprone allo sviluppo, con l’abolizione della legge Fornero, con la fine dei limiti alla liquidità e alla circolazione del denaro, drenato da un controllo assurdo delle disponibilità di spesa del cittadino attraverso le carte di credito, i limiti al contante, gli anticipi della tassazione e le soverchierie di Equitalia;
  • Giustizia e lagalità: Giustizia giusta e difesa dalla criminalità, certezza delle pene, sgombero case popolari, chiusura campi rom (come ovunque in Europa): uno Stato normale, non una terra dove chi si difende va in galera;
  • Federalismo ed autonomia – nulla quaestio, tanto più che Salvini si appella all’insegnamento di Gianfranco Miglio non a caso teorico di una repubblica federale italiana, ma anche – ricordiamo noi – uno dei maîtres-à-penser dell’Udnr, Nuova Repubblica, il movimento presidenzialista di ispirazione gollista fondato negli Anni Sessanta in Italia dal mazziniano Randolfo Pacciardi.

Nella serata “con i professori”, così citati nella conferenza stampa l’indomani nella Sala del Mappamondo, il segretario leghista ha interloquito con il nostro gruppo, per l’occasione limitato a cattedratici, liberi professionisti, produttori e uomini e donne di cultura, rispondendo chiaramente ed esaustivamente alle varie proposte o richieste di precisazioni della linea politica ed ideale perseguita dalla Lega di Salvini.

Ha preso atto, in particolare, degli spunti di intervento avanzati per indicare un paracadute alla prossima ineluttabile caduta dell’euro (rinazionalizzazione della Banca d’Italia quale primo passo per riprenderci la sovranità monetaria) e ripristino di virtuose collaborazioni economiche con la Russia e con il Mediterraneo; delle idee di ricomposizione di un tessuto antropologico e ambientale che rimetta al centro l’uomo (“e non il mercato”); della necessità di preservare il senso sociale, comunitario, dell’economia – sia secondo costituzione, sia per restituire al Lavoro la sua nobiltà per la qualità della vita – contro l’arrembaggio iperliberista; dell’attuale “non possumus” a qualsiasi disegno di ricompattamento con un forze di centrodestra che di fatto proseguono nell’avallo delle politiche della miseria imposte dall’Ue e che il governo Renzi – totalmente privo di considerazione nell’Ue, dove “nemmeno gli uscieri dell’europarlamento” si sono accorti in questo semestre di una presidenza italiana; del rinvio del problema-Nato al momento specifico nel quale l’eventuale adesione risulti contrastare con la sovranità dei popoli; della necessità di una cultura che tuteli le differenze, le specificità delle genti; di una visione della vita che restituisca all’Uomo, alla famiglia, la propria dimensione naturale. E molto altro ancora.

Tra i numerosi partecipanti – con Matteo Salvini introdotto nei colloqui dall’europarlamentare Mario Borghezio e dal direttore di “Rinascita” Ugo Gaudenzi – i professori Augusto Sinagra (diritto internazionale), Giuseppe Vatinno (fisica), Gian Piero Gioime (economia), Fabio Cardone (fisica), Roberto Bizzarri (economia), Fausto Capalbo (economia), Antonio Caracciolo (filosofia del Diritto), Paolo Possenti (cultura Ue), Federico Tedeschini (Scienze sociali), Riccardo Sacchetti (Scienze Comunicazioni), Tommaso Alberto e Anna Figliuzzi (filosofia); il prof. Eleuteri (arte); i giornalisti Giorgio Vitangeli, economista, Stefano Sassi, economista, Ercole, pensionato, Filippo Ghira, economista, Lucarini, editore, Maurizio Messina, Marco Managò e Umberto Bianchi; i liberi professionisti Italo Inglese, giuslavorista, Paolo Spinoglio (ingegnere), Pietro Baris avvocato, Anna Cerchiara avvocato, Giorgio Vitali, farmacia, Massimo Dodano (commercalista), Giuliano Marchetti, commercialista, Romolo Sabatini, medico, Paolo Spinoglio, ingegnere, Paolo Maltese, ingegnere, Salsano , Cucciarelli (funzionario Ue), Andrea Baccherini e Massimiliano Nucci (managers). E ci scusiamo per i tanti altri dei quali non risulta purtroppo l’iscrizione all’ingresso in sala.

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