”Fregatevene delle tasse, non pagate più niente, fate fallire questo Stato!”

Banche, Fisco e Burocrazia, la triade degli scandali: dalla finanza creativa alla finanza criminale.

tasse

Fa rabbia pensare che qualcuno possa ridere della situazione degli imprenditori o operai, possa fregarsene dello strozzinaggio fiscale imposto dai governi, possa servirsi della propria poltrona per regalare appalti e risorse pubbliche alla finanza criminale e intavolare con loro affari di ogni tipo.

Non sono mancate alla segreteria della Federcontribuenti chiamate di cittadini arrabbiati e stanchi e frustrati dalle notizie pietose che giungono non solo dalla Roma criminale. ”Se potessimo, – vuol far sapere Marco Paccagnella, presidente nazionale di Federcontribuenti -, cancelleremmo con pochi decreti questo vergognoso stato di ingiustizia civile, sociale, morale. I contribuenti hanno ragione, mentre a loro viene spolpata la poca carne rimasta c’è chi bivacca sulla loro disperazione.

Come uomo mi viene da dire a chi ci chiama, ”fregatevene delle tasse, non pagate più niente, fate fallire questo Stato!”, come presidente della Federcontribuenti non me lo posso permettere, ma fino a quando?”. Le notizie si rincorrono, tra scandali politici e i dati provenienti dal Centro Studi Anticrisi sulle PMI. Ecco cosa dice Luca Silvestrone, direttore del Dipartimento che cura le problematiche dei piccoli imprenditori: ”un lavoratore dipendente con un reddito lordo di 30.000 euro verserà di sola Irpef 7.264 euro. L’Iva da partita di giro è diventata un costo insostenibile perchè poco o niente detraibile.

Occorre una proposta di radicale revisione dell’attuale regime fiscale di tassazione dei redditi personali e di impresa. Sarebbe interessante assoggettare i redditi a una sola aliquota, al posto dell’attuale sistema di tassazione progressiva che prevede quattro aliquote e una giungla di deduzioni e detrazioni, in questo modo si avrebbe il vantaggio di produrre una drastica semplificazione del sistema tributario e una notevole diminuzione della tassazione. La riemersione della base imponibile ha – o avrebbe – più che compensato la perdita di gettito causata dal calo delle aliquote”.

Lo Stato italiano oggi incassa 163 miliardi dall’Irpef, a partire da cinque aliquote di imposta (23, 27, 38, 41 e 43%) e da un reddito imponibile dichiarato di 800 miliardi di euro. Oltre all’imposta sui redditi personali c’è anche quella sui redditi di impresa (Ires) che dà entrate per 40 miliardi a partire da aliquote di imposta del 27,50% per redditi societari dichiarati pari a 155 miliardi. Eppure i conti non tornano mai. ”Per le imprese viene tassato l’utile, cioè la differenza tra entrate (fatture emesse) ed uscite (spese sostenute). Per le persone fisiche – invece – si tassano le entrate (reddito), consentendo soltanto alcune deduzioni e detrazioni. In questo modo si attua una doppia imposizione: un’imposta sul reddito e poi una successiva sui consumi. Soltanto con l’aumento della deducibilità delle spese si può stabilire la reale “capacità contributiva” (art. 53 Cost.

Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.), cioè la base imponibile della tassazione. Oggi l’acquisto del pane non è deducibile né detraibile, come se i contribuenti non dovessero mangiare. L’aumento della deducibilità è anche un’azione di contrasto all’evasione fiscale, poiché crea di fatto e automaticamente un conflitto di interessi tra fornitore e cliente. L’utilizzo di una fiscal-card per gli acquisti semplificherebbe gli adempimenti e faciliterebbe i controlli fiscali.

Gli imprenditori inoltre non possono detrarre i beni acquistati per svolgere il lavoro, come gli strumenti, le macchine e similari che, invece, vanno a pesare sulla tassazione fiscale. A chi conviene quindi dichiarare il totale delle operazioni compiute? La burocrazia sempre più spesso è l’arma della finanza criminale, gestita quasi fosse una corsia preferenziale per quei gruppi di potere sanguisuga. Parliamoci chiaramente, le banche poi sono parte integrante di questi gruppi e ne dispongono come e quando vogliono, anche per vendette o ripicche, scambiandosi reciproci favori. ”Non ci fidiamo più di niente e di nessuno, è tutto talmente inquinato da farci stare continuamente alla finestra con un fucile spianato: sentinelle a difendere i propri diritti e quelli dei nostri associati”.

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