Scandalo Lussemburgo: altre ombre su Juncker, “sconti fiscali pure a Skype e Disney”

juncker

 

11 dic. – L’ombra dello scandalo LuxLeaks torna ad allungarsi sul presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, con novita’ nell’inchiesta sugli accordi fiscali tra 340 grandi multinazionali e il Lussemburgo, quando Juncker ne era il premier.

Ora spuntano i nomi di 35 nuove aziende tra cui alcune del calibro di Skype, Walt Disney, Telecom Italia e Koch Industries che avrebbe sottoscritto accordi con il Granducato tra il 2003 e il 2011. La lista, di cui e’ entrato in possesso il Consorzio internazionale dei giornalisti di inchiesta, si agiunge a una serie di nomi illustri come Apple, Amazon, Ikea, Pepsi, Heinz, Verizon e AIG.

Tutti questi gruppi avrebbero partecipato al sistema di accordi “tax ruling” che permette a una societa’ di chiedere a un Paese che tipo di trattamento fiscale riceverebbe se decidesse di stabilire li’ la propria residenza fiscale o di eseguirvi una determinata operazione. A inizio novembre lo scandalo Luxleaks all’inizio di novembre aveva gia’ rovinato l’insediamento di non avere nulla da rimproverarsi anche se ha ammesso che lo scandalo lo ha danneggiato: “Mi sento indebolito, perche’ Luxleaks lascia credere che io abbia partecipato a delle manovre che non rispondono alle regole elementari dell’etica e della morale. Io non sono l’architetto del sistema, ma ne sono politicamente responsabile“. agi

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2 thoughts on “Scandalo Lussemburgo: altre ombre su Juncker, “sconti fiscali pure a Skype e Disney”

  1. Jean-Claude Juncker ? [= aka “Cognac for breakfast”]

    È una canaglia politica vetusta nonché indifendibile, prescelta da frau Merkel quale capo della famigerata Commissione europea nonostante l’opposizione delle altrettanto famigerate élites anglosassoni annidate nella “City of London Corporation” ed a Wall Street.

    Perché frau Merkel lo prescelse?
    Forse per dar vita ad un novello “Reichskommissariat Ostland” esteso all’intera Europa?
    Mah!…

    Intanto, le predette famigerate élites anglosassoni non sono rimaste a guardare.

    Ed eccoti l’ICIJ (= Consorzio giornalistico finanziato da Soros, da “Ford Foundation” e da altri loro sodali) sputtanare Jean-Claude “Cognac”, onde ammonirlo che l’Europa è un boccone prelibato solo a loro riservato a mezzo di TTIP e CETA.

    Fantasie?
    Mica tanto.

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