“Mi ha scippato la speranza di avere un pur minimo assegno previdenziale”

fornero

 

Sono nata nel giugno 1952, sei mesi prima di acquisire il diritto alla pensione; la Fornero (che chiamare signora sarebbe un eufemismo) mi ha scippato la speranza di avere un pur minimo assegno previdenziale.

Avevo iniziato a lavorare a 14 anni, poi con l’avvento del secondo figlio, non avendo alcun aiuto, ho dovuto lasciare il lavoro per la famiglia. Avevo quasi 18 anni di contributi, (fino al dicembre 2011 ne erano sufficienti 15 per andare in pensione) ed io ci contavo.

Così alla soglia dei 60 anni senza più possibilità di trovare un lavoro che non c’è neppure per i giovani, mi viene raccontato che dovrei raggiungere 20 anni di contributi. Risultato una depressione e di conseguenza una separazione. Poi, bontà sua, sempre la fornero ripristina il diritto alla pensione per le 15°, si ma a 70 anni ammesso che nel frattempo si riesca a sopravvivere senza reddito.

Nell’ambito delle varie salvaguardie sugli e sodati, viene introdotta la possibilità per alcune quindicenni (la maggioranza sono donne che per la famiglia avevano abbandonato il lavoro) di ottenere la pensione purché abbiano almeno un contributo volontario o anche solo la richiesta fatta all’INPS di ottenere la contribuzione volontaria. Evidentemente la moglie di qualcuno che ha introdotto una discriminazione del genere aveva queste caratteristiche, così che alcune sono potute rientrare in questa categoria e sono contenta per loro. (A questa stregua avrebbero potuto farci rientrare quelle con i capelli rossi e gli occhi verdi…).

Il sindacato che ha avallato la suddetta riforma si guarda bene da fare una vertenza per manifesta discriminazione anche perché la magistratura impegnata a difendere le proprie superpensioni che non si possono toccare essendo da considerare diritti acquisiti (invece i nostri no!), probabilmente rigetterebbe una tale istanza. In attesa, nel caso non ci si voglia suicidare nel frattempo, si accettano suggerimenti per la sopravvivenza.

Gemma Danesi – 19 ottobre 2014

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3 thoughts on ““Mi ha scippato la speranza di avere un pur minimo assegno previdenziale”

  1. Non sei la sola Gemma siamo in tante come te che ci hanno scippato la nostra pensione,continuano a ceare figli e efigliastri e si dimenticano invece di quel patto che lo Stato ha rotto piu’ volte con le pensioni di vecchiaia e in particolare con le Deroghe Legge Amato 1992, le coperture finanziarie le trovano per tutti anche con chi si è aggiunto poi e non c’entra nulla e chi invece era vicina alla pensione gliela negano.Espuntate dalla ex PDL 224 art.1 comma 2 lettera a perchè di intralcio alla salvaguardardia altrui e costrette ad un limbo di 7/12 anni senza stipendio nè pensione nella totale indifferenza e inqualificabile silenzio delle istituzioni,giustizia ed equità calpestati e sempre e solo sulle spalle di noi pensioni di vecchiaia dimissionarie.

  2. N
    oi derogate Amato ante 1992, pensioni vecchiaia ci aspettavamo di essere salvaguardate per prime, essendo state le prime ESODATE d’Italia, se per esodati s’intende chi era prossimo alla pensione e in modo retroattivo si disattende ad una legge dello Stato allungando l’età. Tra di noi ci chiamiamo le “Innominate”, perchè, , in
    mezzo a molte persone che meritavano davvero per equità la salvaguardia, se ne sono aggiunte altre che hanno cercato di difendere i loro privilegi e proprio per questo hanno spesso fatto la voce più grossa delle categorie più deboli. Chiediamo di fare scorporare, con urgenza, dal calderone delle pensioni di vecchiaia, il nostro particolare caso, salvaguardando senza distinzioni le
    derogate Amato almeno per le nate entro tutto il 1955. Non Vi sembra che ora ulteriori 12 anni di attesa prima di poter accedere alla pensione per l’allungamento del requisito anagrafico siano un po’ troppi per una categoria che è già stata sacrificata in passato,stremate dalla lunga attesa e dalla lunga crisi economica

  3. Come gemma sono nata a Giugno, mancavano solo 6 mesi a un traguardo che già era stato spostato 3 volte. Ora ci troviamo senza reddito e senza pensione, senza nessuno che abbia voglia di rimediare all’errore , stiamo guardando le nostre coetanee , che a parità di contribuzione ( a volte anche minore ) vanno in pensione con vecchie regole , salvaguardate, perchè fanno parte di alcune specifiche categorie. Chiediamo solo un po’ di giustizia , la legge deve essere uguale per tutti !!!

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