Maltempo: la Provincia di Parma scrisse al Governo. Nessuno rispose

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15 OTT – “Oggi siamo in condizioni disperate, solo dall’inizio dell’anno abbiamo 18 milioni di euro di danni sulle strade a cui non possiamo fare fronte e l’intero territorio conta decine e decine di milioni di danni inflitti da eventi climatici e dissesti”.

Lo scriveva in una lettera ai ministri Maurizio Lupi, Elena Boschi, Gian Luca Galletti, ad Erasmo D’Angelis, coordinatore della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico, oltre che all’assessore regionale dell’Emilia-Romagna Paola Gazzolo, il 4 agosto scorso l’allora assessore provinciale di Parma ai trasporti, Andrea Fellini. “Naturalmente – racconta oggi – nessuno si è degnato di rispondere alla mia lettera”.

Nella missiva l’assessore ricordava che la provincia di Parma è la seconda per movimenti franosi arrivi e che nel 2010 erano stati censiti interventi per 300 milioni. “A fronte di tale stima nulla è pervenuto e abbiamo potuto contare solo su lavori realizzati e finanziati con risorse interne grazie a interventi della Regione Emilia-Romagna” scriveva.

Fellini ricordava i vari casi di dissesto presenti soprattutto in Val Parma, Val d’Enza, Val Taro, Val Baganza. Citava il Comune di Tizzano Val Parma, “che ha visto il proprio territorio sgretolarsi, e nonostante tutti gli sforzi compiuti vive ancora oggi in una situazione di emergenza”. Spiegava poi che a tutt’oggi per chi aveva avuto danni “non è avvenuto alcun risarcimento”, e che era impossibile stabilire delle priorità degli interventi, perche i fondi erano largamente insufficienti e perché “Oramai tutto è prioritario”.

Fellini chiedeva quindi interventi al Governo, ma, spiega oggi, “non solo non è arrivato un centesimo, ma hanno continuato a tagliarci risorse in nome di una fanta-abolizione che di fatto ha abolito solo il diritto al voto dei cittadini”.

Il territorio di Parma, ribadisce ancora oggi, è sbriciolato da 18.000 frane, 11.000 attive, e il dissesto si riproduce inevitabilmente anche sulla pianura “favorendo onde di piena improvvise”. E ricorda che nel piano da 300 milioni “la prima priorità era proprio individuata nella realizzazione delle casse d’espansione del torrente Baganza”, quello esondato lunedì.
“Sono state realizzate dettagliate relazioni ecartografie e tutto è stato trasmesso agli organismi di competenza. Nessuna risposta”. Fellini non sa se i finanziamenti per la cassa del Baganza non siano arrivati per problemi burocratici o per semplici ‘tagli’, ma, ribadisce “la situazione era stata più volte segnalata”. (ANSA).

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