Yara, i legali accusano: “La Procura nasconde prove a favore di Bossetti”

bossetti17 settembre – ROMA – Dal sedici giugno è in cella. Nonostante un’accusa orrenda, non ha mai tremato. Non si è mai contraddetto, né ha mai ammesso cose che – giura – “non ho mai fatto”. Neanche la solitudine, dal primo giorno dopo l’arresto è in isolamento, ha scalfito la sua sicurezza. Anzi. Ora Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di Mapello presunto assassino della piccola Yara, passa al contrattacco. E lo fa attraverso i suoi legali Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni.

I due avvocati, infatti, hanno accusato la procura di Bergamo di non aver inserito nella richiesta di custodia cautelare gli atti che avrebbero potuto favorire la scarcerazione del muratore. Nell’istanza di scarcerazione che il gip ha rigettato lunedì per gravi indizi di colpevolezza e pericolo di reiterazione del reato, c’è scritto che mancano “importanti elementi nella richiesta di applicazione del fermo del pm, la cui valutazione avrebbe condotto il giudice a differenti conclusioni”.

La procura, insomma, secondo quanto denunciano i legali, starebbe giocando sporco pur di tenere Bossetti dietro le sbarre. Nelle quaranta pagine dell’istanza di Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni, in un capoverso si legge che “è convincimento degli scriventi che le determinazioni maturate dal gip siano, in significativa parte, conseguenza della mancata rappresentazione, come in premessa anticipato, nella richiesta di applicazione del fermo/custodia avanzata dal pubblico ministero, di importanti (e oggettivi) elementi la cui valutazione avrebbe condotto il Giudicante a differenti conclusioni”.

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