Scontri in Libia, migliaia in fuga. Tunisia pronta a chiudere la frontiera

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31 luglio – L’economia tunisina è precaria e il Paese non è in grado di ricevere le migliaia di persone in fuga dalla Libia, tanto che Tunisi si dice pronta a chiudere le frontiere. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri tunisino, Mongi Hamdi, precisando che a causa degli scontri in corso a Tripoli ogni giorno arrivano dalla Libia tra le 5mila e le 6mila persone.

Dopo la fine di Gheddafi, programmata ed eseguita da Obama, Sarkozy e fortemente appoggiata da Napolitano (Berlusconi si opponeva) dalle divisioni politiche e geografiche della Libia è rinato quel modello di guerriglia locale e tribale che Gheddafi aveva tenuto a bada con un certo successo.

I capi di questa “nuova Libia”, dove confluiscono rivoluzionari, liberali, ex gheddafiani, islamisti, non si preoccupano per nulla dei programmi politici o del futuro del Paese: ognuno reclama di essere un democratico ma in realtà quello che conta sono gli interessi, politici e/o religiosi, da mantenere anche con le armi.

Nessuno finora si è dimostrato in grado di esercitare un fermo controllo sulle ricchezze e sul potere. Neppure il generale Khalifa Haftar che anzi viene ritenuto un opportunista, vissuto per decenni fuori dal Paese all’ombra degli americani.

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