“La Globalizzazione della Nato”. La Nato a guida Usa è in piena fase di espansione

nato9 giu – La Nato a guida statunitense è in piena fase di espansione globale, al pari del potere finanziario globale a guida statunitense. E al pari di quest’ultimo, per difendere il “libero mercato”.

E’ il più classico dei casi di dispiegamento al di sopra delle proprie stesse potenzialità per perseguire il tentativo di salvare l’influenza statunitense e l’egemonia occidentale, in generale da parte di Paesi la maggior parte dei quali è in grave crisi economica.

Tutti i conflitti che ha visto coinvolta la Nato avrebbero potuto essere evitati con un po’ di pazienza e flessibilità, ma alla Nato stessa non interessa in realtà trovare soluzioni, piuttosto utilizza i conflitti come materie prime atte a scatenare sempre nuovi interventi per ribadire in continuazione al mondo di essere più potente in termini militari.

Come analizza Mahdi Darius Nazemroaya, un sociologo canadese, scrittore pluripremiato e analista geopolitico di fama internazionale nel suo libro ‘La Globalizzazione della Nato‘, libro tradotto in più di venti lingue – obbligatorio da leggere per coloro che si sono impegnati a invertire la rotta della guerra e della conquista imperialista da parte della più imponente macchina bellica del mondo”.

Così si esprime Michel Chossudovsky, Direttore del Centro per la Ricerca sulla Globalizzazione. Con la sua analisi molto ben documentata, Mahdi Darius Nazemroaya ha portato avanti uno studio molto approfondito sulle strategie messe in campo dalla NATO (secondo gli interessi di Stati Uniti, Unione Europea e Israele) per stringere la propria morsa militare sul mondo, assicurarsi le risorse energetiche con le relative rotte di trasporto e accerchiare i Paesi che possono rappresentare un argine o un pericolo diretto per i suoi scopi, come Iran, Russia o Cina.

Questo libro è una lettura essenziale per quanti vogliano capire cosa sta accadendo in questo momento nei punti più caldi dello scenario globale; in Libia e in Africa; in Siria e in Medio Oriente; nel Golfo Persico e in Eurasia. Quanto riportato dall’autore, con scrupolo di analisi ed elenco di fatti, è il classico caso di dispiegamento al di sopra delle proprie stesse potenzialità per perseguire il disperato tentativo di salvare l’influenza statunitense e l’egemonia occidentale in generale da parte di Paesi la maggior parte dei quali è in grande difficoltà economica.

Tutti gli interventi messi in atto dalla Nato – spiega il libro – presenta un chiaro tratto distintivo. I conflitti avrebbero potuto essere evitati con un po’ di pazienza e flessibilità, ma alla NATO non interessa in realtà trovare soluzioni. Piuttosto utilizza i conflitti come materie prime atte a scatenare sempre nuovi interventi per ribadire al mondo di essere più potente in termini militari.

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