Il Forteto: La setta dell’orrore e della vergogna

forteto

di Domenico Rosa

21 magg – Oltre vent’anni di abusi, zoofilia, minori schiavizzati, punizioni corporali. Questo era Il Forteto, la comunità-cooperativa fondata dal santone Rodolfo Fiesoli nella civilissima Toscana, accreditata negli ambienti che contano come un esempio di solidarietà e integrazione. Sono proprio queste le parole utilizzate dal sindaco di Vicchio, Alessandro Bolognesi (PD), nell’assegnare la massima onorificenza del comune mugellano, il Giotto d’Oro, alla famigerata Cooperativa. Siamo nel maggio 2003. A nulla sono valse 10 anni dopo le richieste di Caterina Coralli, consigliere FdI di Vicchio, per la revoca del premio.

A seguito dell’arresto del profeta Fiesoli per violenza sessuale aggravata ai danni di minori e maltrattamenti aggravati ai danni di minori, avvenuto nel 2011, nasce una commissione d’inchiesta regionale presieduta dal consigliere PdL Stefano Mugnai (oggi FI).

Nelle 88 pagine redatte dalla commissione si individua in Fiesoli il guru della ‘setta’. L’orco che rende schiavi sessuali adolescenti indifesi, costretti a un duro lavoro e a subire ogni sorta di angheria. Fino al 2009 quando già fioccano le denunce il Tribunale dei minori continua ad affidare i bambini alla comunità degli orrori. Non a caso i legami dell’orco con personalità della politica, della magistratura, della comunità scientifica sono molteplici.

Si legge nella relazione: “Ecco un elenco dei personaggi che, a vario titolo, e con differenti modalità, passano dal Forteto: Edoardo Bruno, Piero Fassino, Vittoria Franco, Francesca Chiavacci, Susanna Camusso, Rosi Bindi, Livia Turco, Antonio Di Pietro, Tina Anselmi, Claudio Martini, Riccardo Nencini, Paolo Cocchi, Michele Gesualdi (Presidente Provincia di Firenze), Stefano Tagliaferri (Presidente Comunità Montana del Mugello), Alessandro Bolognesi (Sindaco di Vicchio), Livio Zoli (Sindaco di San Godenzo e Londa), Rolando Mensi (Sindaco di Barberino di Mugello)”. In più i presidenti del Tribunale per i minori: Francesco Scarcella, Piero Tony, Gianfranco Casciano e l’attuale procuratore della repubblica di Prato, Massimo Floquet.

Mugnai, presente ieri pomeriggio 20 maggio 2015 alla presentazione del libro “Il Forteto: destino e catastrofe del cattocomunismo” (Settecolori) di Stefano Borselli, di cui è il prefatore, insieme all’autore, a Sergio Pietracito, una delle vittime de “Il Forteto”; Caterina Coralli, Capo gruppo uscente di FdI al Comune di Vicchio, il giornalista Pucci Cipriani Direttore di “Controrivoluzione”, Roberto Dal Bosco, scrittore e studioso vicentino, l’Avv. Ascanio Ruschi, Presidente della Comunione Tradizionale e Giovanni Donzelli, Capo gruppo FdI in Regione, ha ricordato di come gli abusi non fossero estemporanei ma sistematici. Dell’appoggio degli ambienti culturali, dei libri agiografici sulla comunità editi dall’importante casa editrice Il Mulino e del silenziatore calato dai media nazionali su atrocità inenarrabili.

Sergio Pietracito, una delle vittime di Fiesoli, trova il coraggio di parlare. Nei suoi occhi si legge il dolore, ma ormai sta portando avanti una missione: quella della verità. Racconta del sistema pederastico messo in atto dall’orco. “Addestrati a rinnegare i valori tradizionali. A recidere i legami con gli amici all’esterno e i familiari”. il guru porta avanti l’idea di società omosessuale. In questo davvero un profeta. Il suo verbo è netto: “Fuori il mondo è merda, ma va usato”. Istrionico, imbonitore, capace di accreditarsi ovunque.
La testimonianza di Sergio è commovente. Borselli lo ringrazia e assieme a lui tutte le vittime che hanno fatto crollare il castello del male con il loro coraggio di venire allo scoperto.

La connivenza tra il mondo che conta è Il Forteto è lampante, Giovanni Donzelli chiede giustizia. Sul banco degli imputati mette chiunque abbia avuto rapporti col mondo dell’orrore del profeta. Cita l’ex presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, il quale apriva sempre la sua campagna elettorale a Il Forteto, il procuratore Floquet, un tempo affidatario dei minori alla ‘setta’ e oggi procuratore della Repubblica di Prato.

Tra i simpatizzanti della cooperativa non manca un nome che va oltre la destra e la sinistra. Lo studioso Dal Bosco fa infatti il nome di Franco Cardini, autore di una prefazione a un libro agiografico su Il Forteto. Pietracito rincara la dose e attribuisce allo storico fiorentino le parole: “Ci vorrebbero 10-100-1000 Forteto”. Donzelli conclude: “Cardini qualche volta era di destra? Anche lui deve pagare”. Il caso del medievista dimostra come spesso anche nel mondo non proprio di sinistra che spadroneggia in Toscana si aveva un’idea positiva della comunità degli abusi. Mugnai a proposito ricorda di un assessore comunale del centrodestra che gli aveva confessato di aver affidato in tutta buona fede minori alla cooperativa. “Convinto che fosse l’ambiente migliore per loro”. Oggi non dorme la notte.

L’incubo Forteto. La setta ancora oggi troppo poco scandagliata, l’abisso di perversione che merita chiarezza e visibilità anche su giornali e Tv nazionali. Per dirla come l’avvocato Ruschi “in attesa di una verità processuale esiste già una verità storica”. Di fronte a orrori del genere non ci si può arenare nelle secche della cronaca giudiziaria.

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One thought on “Il Forteto: La setta dell’orrore e della vergogna

  1. Da Senatore presentai un DdL per il ripristino del reato di plagio sotto altra forma, unica possibilità reale di combattere sette e santoni. Riuscii, dopo lotte terribili e tante posizioni di negatività di sinistri e centristi a farla passare in commissione. Intervenne e contro di me piu’ volte Scientology. La legge era stata calendarizzata per la discussione in Aula ma due giorni prima, inopinatamente il Presidente Pera la ritirò. Io non venni ricandidato da Fini pare per interventi esterni. Mi sostenevano tutte le organizzazioni a protezione dei bambini che ancora oggi mi contattano disperate perché dopo di me, non hanno trovato piu’ interlocutori validi in parlamento. Tra le più attiva ed importanti associazioni contro le sette indico “Giù LE MANI DAI BAMBINI” di Aldo Verdecchia benemerito uomo capace di una battaglia di oltre vent’anni condotta contro le sette, una delle quali gli prese moglie e figlio. Per saperne di più contattate Aldo Verdecchia a San Benedetto del tronto e l’associazione “Giù LE MANI DAI BAMBINI”

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