Turchia: liberi gli assassini dei missionari, cristiani in allarme

turchiaANKARA, 11 MAR – Cinque giovani turchi, accusati di avere assassinato nel 2007 dopo averli torturati tre missionari cristiani protestanti a Malatya, sono stati scarcerati in base ad una nuova legge approvata a fine febbraio dal parlamento di Ankara, riferisce l’agenzia Dogan. La nuova normativa fissa a cinque anni il tempo massimo di carcerazione preventiva.

I cinque uomini, militanti islamici ultranazionalisti, sono detenuti da sette anni in attesa del processo. Rimangono sotto controllo giudiziario.

La loro scarcerazione ha messo “in ansia” i cristiani, scrive Zaman online. Durante il processo i cinque hanno piu’ volte minacciato le famiglie delle vittime e le ong cristiane. Nella velenosa campagna elettorale in corso per le amministrative del 30 marzo, cruciali per il futuro politico del premier islamico Recep Tayyip Erdogan, invischiato negli scandali di corruzione, c’e’ chi paventa un ritorno – come fra il 2006 e il 2010 – della violenza contro la piccola comunita’ cristiana.

L’opposizione teme una strategia della tensione, il sindaco di Ankara, del partito islamico Akp di Erdogan, ha preannunciato attentati prima della fine della campagna. La comunità cristiana di Turchia e’ preoccupata, sottolineano Taraf e Milliyet. “Le nostre vite e quelle delle nostre famiglie sono in grande pericolo, seguiamo questi sviluppi con angoscia” ha scritto l’Associazione delle Chiese protestanti di Turchia.

Venerdi e’ stato scarcerato anche Erhan Tuncel, sotto processo per l’assassinio a Istanbul sempre nel 2007 del giornalista cristiano armeno Hrant Dink, condannato due anni prima a sei mesi di carcere per “offese all’identita’ turca”. In Turchia rimangono circa 120mila cristiani su una popolazione di 75 milioni, a stragrande maggioranza di musulmani sunniti. Ankara riconosce ufficialmente le comunita’ ortodosse greca e armena, non i cattolici. Nel paese c’è ostilita’ verso il ‘proselitismo’ di altre religioni.

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