Tassati anche gli italiani che lavorano all’estero per mandare soldi in Italia

18 febbr – La notizia è circolata poco sui siti di fisco e fiananza mainstream, ma negli ultimi giorni se ne fa un gran parlare sui social network e i forum. Di cosa si tratta ? Dal 1° febbraio di quest’anno, le banche hanno l’obbligo di trattenere una ritenuta del 20% sui bonifici provenienti dall’estero e diretti alle persone fisiche.

fisco

Ciò è statato stauito dall’all’art. 4, comma 2, del D.L. n. 167/1990, modificato dalla Legge n. 97/2013. Dunque, si inserisce in un provvedimento più ampio, emanato lo scorso dicembre dal governo delle larghe intese. La norma contempla l’applicazione di una ritenuta alla fonte a titolo di acconto, con aliquota del 20%, su determinate tipologie di redditi di capitale. Ovvero quelli conseguiti da enti non commerciali e persone fisiche, scaturiti da investimenti detenuti all’estero o da attività estere di carattere finanziario.

Ecco però il punto che ci interessa, presente nelle modalità attuative contenute nel Provvedimento n. 2013/151663 del direttore dell’Agenzia delle Entrate (18 dicembre). Chiunque non dichiari alla propria banca che i bonifici che riceve dall’estero non sono ricollegabili ad attività finanziarie, si vedrà addebitata un’aliquota del 20%. alla fonte. Questa finirà, tramite banca, nelle casse del fisco.

La dichiarazione viene rilasciata preventivamente dal cliente, in forma libera, e deve attestare che i bonifici non costituiscano, nemmeno in parte, un reddito di capitale o un reddito diverso di fonte estera. In questo caso la ritenuta non viene applicata, ma la banca deve segnalare all’Amministrazione Finanziaria il nominativo del cliente e l’ammontare dell’ accredito percepito.

Pare, e ribadiamo pare, che se anche la misura scatterà del 1° febbraio si avrà tempo fino al 30 giugno 2014 per presentare la dichiarazione. Fino a quella data le banche dovrebbero limitarsi a fare la segnalazione all’Amministrazione finanziaria. In attesa di ulteriori chiarimenti, vi suggeriamo di contattare direttamente i vostri Istituti di Credito.

Ve lo suggeriamo anche perché sui siti di alcune banche compaiono frasi un po’ nebulose a riguardo all’argomento. Del tipo: “l’ente applicherà la ritenuta d’ingresso, in assenza di autocertificazione, o effettuerà la segnalazione all’Amministrazione finanziaria”. In ogni caso dobbiamo sottolineare, che al di là delle banche, c’è stata poca trasparenza informativa. Temi così delicati dovrebbero essere spiegati per tempo ai contribuenti. La maggior parte di questi è attualmente alla prese con non pochi oneri fiscali, già a partire dall’’inzio dell’anno in corso.

yahoofinanza

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