2 febbr . La decisione della Presidente della Camera Laura Boldrini di ricorrere, per la prima volta nella storia repubblicana, all’uso della cosiddetta tagliola per porre fine alla discussione parlamentare sul decreto Imu-Bankitalia e silenziare così, di fatto, le opposizioni ha trovato la piena approvazione del Partito Democratico, che, per bocca di Roberto Speranza, l’ha definita “una scelta ineccepibile, a difesa della Costituzione e a difesa della sovranità di questo Parlamento”.
Peccato però che, appena qualche anno fa, nel 2009, durante il Governo Berlusconi e la Presidenza della Camera di Gianfranco Fini, i democratici si scagliavano contro l’ipotesi, rimasta poi tale, dell’uso della ghigliottina durante la discussione dell’ormai famoso scudo fiscale.
L’allora Presidente dei deputati Pd, Antonello Soro, domandava: “Se ora si introduce — fatto senza precedenti — la tagliola del presidente della Camera, addirittura con due giorni di anticipo rispetto alla scadenza del sessantesimo giorno, cosa resta delle garanzie costituzionali per il Parlamento e i gruppi di opposizione?”. E aggiungeva: “La ‘tagliola’, che è una facoltà, non un dovere per il presidente della Camera, su un decreto correttivo di un altro decreto, con l’apposizione del voto di fiducia, è la fine della democrazia parlamentare”. Già.
Nicolò Mingozzi