Caso marò, esposto alla Procura della Repubblica

maro

ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA

15 ottobre 2013, giorno 604
I cittadini Italiani sempre al fianco dei Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone

Ringraziamo il Gen. Fernando Termentini per il suo impegno quotidiano, e dalla sua pagina Facebook riportiamo :

MASSIMILIANO LATORRE E SALVATORE GIRONE SONO IN INDIA DA PIU’ DI 600 GIORNI, IL MAE TACE, L’ARBITRATO INTERNAZIONALE NON PARTE, NON CI RISPONDONO PERCHE’ E SULLA BASE DI QUALI VALUTAZIONI LI HANNO RIMANDATI IN INDIA. A MIO AVVISO SI E’ ANDATI CONTRO ALCUNI DETTATI COSTITUZIONALI E LEGALI PER CUI HO INTERESSATO LA PROCURA DELLA REPUBBLICA CON L’ALLEGATO ESPOSTO.

Roma 15 ottobre 2013

OGGETTO : Richiesta informazioni su mancato accoglimento esposto depositato il 7 marzo 2013, n. prot. 05501. Segnalazione su probabile mancata applicazione di norme costituzionali in tema di estradizione.

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA
Cortese attenzione dei PM :
dott. Giancarlo Capaldo
dott.ssa Elisabetta Cannicola
Fax n. 0638703710 – email : procura.roma@giustizia.it

__________

Il sottoscritto Gen.Brig. (ris) dott. Fernando Termentini, nato a Roma il 25 gennaio 1944 ed ivi residente in Largo Christian Doppler, CF : TRMFNN44A25H501G (copia documento allegata), ha depositato presso Codesta Procura, congiuntamente all’avvocato Emanuele Tomasicchio, un esposto acquisito al numero di prot. 051501 con il quale si chiedeva una misura cautelare volta a scongiurare ogni pericolo di espatrio verso l’india dei due Sottufficiali della Marina Militare Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, fermati dalle autorità locali con l’accusa di aver ucciso due pescatori dello Stato del Kerala

Edoardo Medini
ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA

15 ottobre 2013, giorno 604
I cittadini Italiani sempre al fianco dei Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone

Ringraziamo il Gen. Fernando Termentini per il suo impegno quotidiano, e dalla sua pagina Facebook riportiamo :

MASSIMILIANO LATORRE E SALVATORE GIRONE SONO IN INDIA DA PIU’ DI 600 GIORNI, IL MAE TACE, L’ARBITRATO INTERNAZIONALE NON PARTE, NON CI RISPONDONO PERCHE’ E SULLA BASE DI QUALI VALUTAZIONI LI HANNO RIMANDATI IN INDIA. A MIO AVVISO SI E’ ANDATI CONTRO ALCUNI DETTATI COSTITUZIONALI E LEGALI PER CUI HO INTERESSATO LA PROCURA DELLA REPUBBLICA CON L’ALLEGATO ESPOSTO.

Roma 15 ottobre 2013

OGGETTO : Richiesta informazioni su mancato accoglimento esposto depositato il 7 marzo 2013, n. prot. 05501. Segnalazione su probabile mancata applicazione di norme costituzionali in tema di estradizione.

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA
Cortese attenzione dei PM :
dott. Giancarlo Capaldo
dott.ssa Elisabetta Cannicola
Fax n. 0638703710 – email : procura.roma@giustizia.it

__________

Il sottoscritto Gen.Brig. (ris) dott. Fernando Termentini, nato a Roma il 25 gennaio 1944 ed ivi residente in Largo Christian Doppler, CF : TRMFNN44A25H501G (copia documento allegata), ha depositato presso Codesta Procura, congiuntamente all’avvocato Emanuele Tomasicchio, un esposto acquisito al numero di prot. 051501 con il quale si chiedeva una misura cautelare volta a scongiurare ogni pericolo di espatrio verso l’india dei due Sottufficiali della Marina Militare Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, fermati dalle autorità locali con l’accusa di aver ucciso due pescatori dello Stato del Kerala.

Istanza indotta dal fatto che, , per quanto reso noto da organi di stampa, nei confronti dei due soggetti Codesta Procura ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di “omicidio volontario” e che al momento del deposito del suddetto esposto i summenzionati Latorre e Girone si trovavano in Italia per un “permesso elettorale” ed erano in procinto di rientrare in India, come poi avvenuto il 21 marzo 2013.

A tale riguardo, quindi, lo scrivente gradirebbe – ove nulla contro – ricevere notizia sul mancato accoglimento della richiesta formalizzata con il documento di cui trattasi, in considerazione del fatto che i due soggetti si trovano ancora a New Delhi presso l’Ambasciata italiana e sono oggetto di indagine dell’Agenzia investigativa indiana NIA per omicidio. Istanza peraltro successiva ad altra con finalità simili, inoltrata fin dal 28 dicembre 2012 dal rappresentante nazionale dell’Associazione “Fare Ambiente” .

Con l’occasione, si rappresentano altresì per doverosa informazione e per gli adempimenti di competenza che Codesta Procura intenderà adottare, fatti attinenti alla decisione di far rientrare i nostri militari in India alla suddetta data del 21 marzo 2013 pur essendo in corso nei loro confronti indagine penale nazionale e di fatto eseguendo una
”estradizione processuale”.

Un atto dovuto da parte dello scrivente, nel momento che come cittadino italiano ha preso conoscenza che probabilmente la suddetta decisione ha prevaricato i vincoli imposti dalla nostra Costituzione e dalla normativa giuridica in generale in tema specifico, laddove per estradizione si intende una “forma di cooperazione giudiziaria fra Stati e consiste nella consegna da parte di uno Stato di un individuo affinchè venga sottoposto al giudizio penale (estradizione processuale) od alle sanzioni penali se già condannato (estradizione esecutiva)”.

Nella fattispecie Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono stati riconsegnati all’India che attribuisce loro ipotesi di reato punibili anche con la pena capitale, in contraddizione con quanto prevede nello specifico la Costituzione italiana ed, in prima approssimazione, anche
con l’articolo 698 del Codice di Procedura Penale che vieta l’estradizione quando la persona verrà sottoposta ad un procedimento penale che non assicura i diritti fondamentali della difesa, con un processo basato su prove certe, come ormai sembra conclamato avvenire in India nei confronti dei due militari, sia attraverso continue e ripetitive notizie di stampa sia tenendo conto dei contenuti di valutazioni tecniche peritali che risulta essere state depositate da altri in date successive presso Codesta Procura (13 marzo e 3 luglio 2013).

Una decisione istituzionale all’epoca giustificata a seguito di una assicurazione formale da parte dell’India (stralcio in allegato A) ma di fatto priva anche di contenuti concreti e smentita anche da successive precisazioni del Premier indiano Singh (allegato . Determinazione peraltro in netta contraddizione con quanto stabilito da una sentenza della Corte Costituzionale (n. 223 del 27 g
iugno 1996) in cui la Suprema Corte ha ritenuto la semplice garanzia formale della non applicazione della pena di morte atto insufficiente alla concessione dell’estradizione. Suprema Corte che più nello specifico si è espressa attraverso la Sezione VI (Sentenza n. 45253 del 22 nov. 2005, Cc. Dep. Il 13 dic. 2005, Rv, 232633 ) e da ultimo con quanto sentenziato dalla Sez. VI il 10 ottobre 2008 n. 40283, dep. 28 ottobre 2008 affermando tra l’altro che “ai fini della pronuncia favorevole all’estradizione , è richiesta documentata sussistenza e la valutazione di gravi indizi ……” elementi che per quanto sopra specificato non sembrano assolutamente sussistere.

Peraltro nella fattispecie non risulta esserci un precipuo pronunciamento giuridico di Tribunali nazionali favorevoli alla riconsegna di due cittadini italiani ad uno Stato che potrebbe applicare nei loro confronti la pena di morte e non risulta nemmeno esserci trattati di estradizione con l’India. Ne consegue che l’ordine dato ai due militari italiani di consegnarsi come “gesto di cortesia” alle Autorità indiane, sembrerebbe essere una forzatura della specifiche norme di legge italiane, meritevole di attenzione ed approfondimenti da parte di Codesta Procura.

Rimanendo a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento, si ringrazia per l’attenzione e si rimane in attesa di un riscontro alla presente istanza circa il mancato accoglimento di quanto a suo tempo chiesto dal sottoscritto con l’esposto in oggetto e per quanto rappresentato in merito alle decisioni che hanno portato alla riconsegna di due cittadini italiani ad uno Stato terzo che, nelle more di ogni possibile errore di interpretazione, non appaiono coerenti con la Costituzione italiana e successive determinazioni della Suprema Corte. A tale riguardo, lo scrivente chiede di essere informato sull’eventuali decisioni di archiviazione, giustappunto quanto previsto dall’articolo 408 del Codice di Procedura Penale.

Distinti saluti
Gen. Brig. (ris) dott. Fernando TERMENTINI

– mail@fernandotermentini.it – www.fernandotermentini.it

Allegato A

Assicurazione scritta dell’Addetto d’Affari indiano a Roma sulla non applicabilità della pena di morte che è solo un chiarimento e non una garanzia

According to well settled Indian jurisprudence this case wouldn’t fall in the category of matters which attract the death penalty, that is to say the rarest of rare cases. Therefore there need not be any apprehension in this regard». Tradotto «Secondo una giurisprudenza indiana ampiamente consolidata, questo caso non ricadrebbe nella categoria di fattispecie che comportano la pena di morte, cioè i più rari tra i casi rari. Di conseguenza, non si deve avere alcuna preoccupazione a questo riguardo ».

(dal settimanale Panorama 14 aprile 2013)

Allegato B

Stralcio di quanto pubblicato dal quotidiano indiano The Hindu” il 10 aprile 2013 “ Monti calls up Manmohan again; NIA may not press for death penalty”

http://www.thehindu.com/news/national/italian-pm-calls-manmohan-singh-over-marines-issue/article4598823.ece?homepage=true

………………….Il dottor Singh, secondo le fonti, era tuttavia più disponibile su altri dettagli del caso, compresa la creazione di un tribunale speciale. Ha apprezzato la decisione d’Italia di mandare indietro i marines Massimiliano Latorre e Salvatore Girone in India in linea con gli impegni assunti davanti alla Corte Suprema. Questo passaggio da Italia, ha detto, permetterebbe al processo giudiziario per andare avanti.
Il dottor Singh ha ricordato la recente conversazione tra ministro degli Esteri Salman Khursheed e italiano Vice Ministro degli Esteri Staffan de Mistura. Il procuratore generale avrebbe fornito ulteriori dettagli sulla corte speciale presso la Corte Suprema il 16 aprile.

Il primo ministro ha detto che in vista delle indagini in corso, sarebbe prematuro esprimere un parere su aspetti specifici. Questo, dicono le fonti, era un riferimento ai timori italiani oltre l’accusa chiede pena di morte per i marines.

fonte : https://www.facebook.com/termentinifernando?hc_location=timeline
* http://www.webalice.it/fernando.terment2tko
www.fernandotermentini.it

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