Turchia: social network al setaccio per arrestare i capi delle proteste

benali

30 giu. – Il governo turco sta analizzando il traffico Twitter, Facebook e di altri social media, per individuare ed arrestare le menti delle proteste contro il premier Recep Tayyip Erdogan, ad un mese dal loro inizio come una protesta ambientalista in difesa di un parco di Istanbul.

Lo ha reso noto il ministro dei Trasporti e delle Comunicazioni, Binali Yildirim, che ha chiesto a social network di collaborare se vogliono continuare ad operare in Turchia. La ricerca dei leader delle proteste ha portato all’identificazione di 35 nomi forniti all’autorita’ giudiziaria, secondo il quotidiano Aksam. A lanciare l’attacco a Twitter e’ stato sin dai primi gionri della protesta lo stesso Erdogan che l’ha definito “un minaccia” alla Turchia.
(AGI) .

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