Il sonno della nazione sta generando rostri che potrebbero infilzare qualcuno, pure se non c’entra niente

sparats9 magg – In Italia avendo perso quasi tutto non ci facciamo mancare più niente. Siamo pieni di disoccupazione, di incazzatura sociale, di debiti pubblici, per estinguere i quali ora ci vengono a pignorare i gioielli di famiglia (le grandi imprese statali), ma non ce ne curiamo più di tanto perché ai valori bollati abbiamo sostituito i valori universali e alla ricchezza economica quella di spirito. Nella mancanza ci può essere pienezza dunque. Triste pienezza ed una purezza d’animo che porta all’evaporazione delle esigenze concrete.

Siamo all’avanguardia nel campo delle illusioni e delle apparenze mentre arretriamo in tutti gli altri settori reali. Certo, non si vive di sola materialità ma qui mi pare che si stia esagerando con la marginalità dei temi. Sarà che i morsi della fame cominciano a dare le allucinazioni ma quelli che vediamo camminare sul fango e moltiplicare i drammi non stanno venendo a salvarci, non sono i figli del Supremo pronti a sacrificarsi per noi, quanto, invece, supremi figli di buona donna che chiedono in sacrificio le nostre vite.

Questo vuoto ricolmo di problemi è stato imbottito in qualche maniera dai nostri incantatori della civilizzazione umanitaria, perché se al popolo difetta il pane ma non le pene bisogna concedere almeno delle brioches, anche se virtuali. Prendere tempo per perdere l’epoca storica.

Tale scherzo di cattivo gusto non durerà a lungo eppure più si protrae e si allunga la distanza tra le istanze della gente e le ubbie dei suoi governanti, più grave sarà lo schianto e lo spappolamento generale.

Se scarseggia il companatico diventa un affronto buttarla in questioni che saziano soltanto la smania di protagonismo della classe dirigente, la quale crede di sviarci ancora per molto con gli allucinogeni dei diritti degli ultimi e dei deboli che stranamente vanno ad ingrassare i portafogli dei primi. Sono convinti che ci cascheremo ancora perché ci immaginano con i caschi di banane sugli occhi. Selvaggi da educare e non pari con i quali dialogare.

Scende il Pil? Diminuisce il lavoro? I salari si abbassano? Le aziende chiudono? Gli imprenditori e i prepensionati esodati si suicidano? Lo Stato liquida il suo patrimonio? Il Welfare si sbriciola?

Provvederemo ma prima ci sono questioni più serie. Femminicidio, diritti dei gay e delle lesbiche, coppie di fatto, ius soli, legge elettorale, fermare gli insulti su internet. Da quando poi siamo entrati nella Ue ne contiamo di tutti i colori, dalle norme sulla curvatura dei cetrioli a quelle sulla lunghezze dei piselli mentre nulla si dice sull’espansione delle teste di cazzo. Per carità, non che questi aspetti non abbiano un minimo di rilevanza ma invertendo l’ordine delle priorità il disordine s’avanza.

Il sonno della nazione sta generando rostri che potrebbero infilzare qualcuno, pure se non c’entra niente. L’episodio dei carabinieri sparati da un folle a Roma docet.

Sotto il deserto di coscienza e di consapevolezza politica l’Italia crepa mentre sopra ai vertici dello stato crapulano i caproni a nostre spese. Ed inviano le forze dell’ordine a silenziare il dissenso, anche quello innocuo e satirico, rendendo palese che essendo così occupati a non fare nulla non gli sfugge niente di quel che non è sostanziale. Mentre l’essenziale, invisibile agli occhi ma non alla tasca propria e alla propria brama di potere, lo hanno appaltato all’estero in maniera da poter dire che non compete loro in quanto ce lo impongono i mercati, l’Ue e le divinità d’oltreconfine. In ginocchio dagli dei fanno pesare la loro statura contro di noi.

Allora mi domando e dico che necessità aveva il Presidente Napolitano di denunciare alcuni commentatori del blog di Grillo, persone comuni e forse frustrate dall’impotenza del loro grido di dolore inascoltato, per qualche frase troppo accesa? E la Boldrini? La Papessa da Camera (copyright di Davide Giacalone su Libero), che ha inviato i reparti speciali a casa di un giornalista per un fotomontaggio irriverente ma non volgare?

Che cosa avrebbe dovuto fare Andreotti, pace all’anima sua, uno che è stato preso di mira per settant’anni, in modo molto più feroce? Mandare l’esercito contro i suoi detrattori? Invece, il Divo, non ha mai denunciato nessuno. Almeno sullo stile costoro dovrebbero inchinarsi alla pazienza e alla indulgenza dell’ex leader della DC. Proprio loro che si sono fatti pizzicare ad intascarsi rimborsi superiori al dovuto, ai tempi in cui frequentavano il parlamento europeo, o ad appoggiare le peggiori guerre disumane dell’occidente.

Ci parlano di civiltà e di umanità ma non sanno nemmeno dove stiano di casa.

Alti papaveri, grandi papere e incommensurabili viltà.

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One thought on “Il sonno della nazione sta generando rostri che potrebbero infilzare qualcuno, pure se non c’entra niente

  1. Ho apprezzato questo articolo che, a mio avviso, ben riassume con parole semplici il pensiero di molti Italiani. Forse non tutti, ma certamente moltissimi.
    Non avrei altro da aggiungere se non che, credo, in questo Paese c’è bisogno, un bisogno urgente e irrinunciabile che i giornalisti e la gente comune parlino chiaro, che si facciano sentire e che dicano chiaramente quello che pensano. NON FACCIAMOCI IMBAVAGLIARE!

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