Torino: profughi occupano l’anagrafe. Vogliono casa, residenza e lavoro

profughiTORINO, 19 APR – Una cinquantina di profughi africani tra coloro che risiedono abusivamente nell’ex Villaggio Olimpico di Torino, ha occupato l’anagrafe centrale della citta’, nel Quadrilatero Romano, con cartelli e striscioni.

In coro scandiscono le loro richieste: ”lavoro, casa, residenza” e promettono di fermarsi a oltranza nell’edificio fino a quando non verranno ascoltati. L’anagrafe ha interrotto il servizio. Sul posto e’ intervenuta la polizia per controllare che la manifestazione non degeneri. ansa

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7 thoughts on “Torino: profughi occupano l’anagrafe. Vogliono casa, residenza e lavoro

  1. Comunque l’articolo è inesatto. Non si tratta di “PROFUGHI” in rivolta ma bensì di immigrati rregolari che 2 anni fa chiesero lo status di profughi. Lo stato esaminò le varie istanze e non individuò i requisiti perchè i clandestini potessero essere dichiarati profughi e quindi godere del diritto d’asilo e di assistenza, in quanto tutti provenienti da Paesi africani NON in guerra, democratici e con condizioni di vità normali (per l’Africa). Quindi, dopo una lunga “vacanza” italiana a spese di contribuenti, venne loro notificato il decreto di espulsione, ma venne anche dato loro un bonus di uscita di circa 500 euro. La risposta dei clandestini fu, oltre che estremamente violenta, incredibilmente arrogante e minacciosa: dissero che loro non se ne sarebbero andati, che l’Italia doveva provvedere a dar loro visto di soggiorno, lavoro e casa. Diversamente, avrebbero creato problemi… Alcuni accettarono di andarsene, ma pretendevano sonno di oltre 2.000 euro, perchè il rimpatrio assistito e indennizzato con 500 euro non era per loro gradito.

  2. C’è da sperare che la Corea non dichiari guerra agli USA, sennò dove li mettiamo 250 milioni di profughi americani in fuga dagli orrori della guerra, poi?…

  3. Ragazzi che vergogna… Cercate su Google i nomi dei paesi da cui provengono i profughi di guerra. Non scherzo se vi dico che confrontati all’Italia sono l’inferno. Non c’è nessun merito nel nascere in Italia, e non è una colpa nascere (per fare un’esempio) in Somalia. Però nel secondo caso a tredici anni ti mettono un kalashnikov in mano e ti mandano a sparare e a farti sparare, vivi con un 15 euro al mese, i tuoi fratelli, parenti genitori cadono come mosche. Scusate se poi quando vengono in Italia attraversano africa e mediterraneo pagando migliaia di euro e sperando di non venire sequestrati sulla via, si prendono pure lo status di rifugiato politico e no, non si suicidano se c’è la crisi. Certo rimandiamoli tutti a casa e grazie ai politici che li sostengono perchè infatti l’Italia è nota per la generosità con cui tratta i suoi rifugiati. Ho capito che si è arrabbiati ma alla fin fine si è sempre esseri umani.

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