Equitalia: strozzini legalizzati, autorizzati da Bersani e Visco

Hanno governato pochi anni, ma sono riusciti lo stesso a produrre danni immensi.

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2006 –  ECCO CHI HA FIRMATO LA LEGGE, AL TEMPO DEL GOVERNO PRODI:

PIERLUIGI BERSANI Ministro dello Sviluppo economico,
 VINCENZO VISCO vice Ministro Economia e Finanze,
 MARIO LETTIERI Sottosegrtario Economia e Finanze,

ANGELO FORNARI Presidente “CASARTIGIANI”,
 IVAN MALAVASI Presidente CNA,
 N. GIORGIO GUERRINI Presidente “CONFARTIGIANATO”,
CARLO SANGALLI Presidente “CONFCOMMERCIO”
MARCO VENTURI Presidente “CONFESERCENTI”

  IL PARLAMENTO DEL GOVERNO PRODI  HA VOTATO E APPROVATO LA LEGGE SU EQUITALIA!!!

(Clicca per ingrandire)

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Leggiamo ora un articolo di Andrea Mantellini

Nella puntata televisiva del 27.11.2012 di “Porta a Porta” era ospite Matteo Renzi, sindaco di Firenze. Il candidato alle Primarie del P.D. ha detto “ Equitalia l’ha fatta il governo Tremonti, ma i poteri straordinari di cui dispone Befera, gli sono stati attribuiti attraverso un decreto Visco-Bersani… Equitalia è forte coi deboli e debole coi forti”.

Equitalia è una s.p.a. posseduta per il 51% dall’Ufficio delle Entrate e per il 49% dall’Inps. Già questo mi sembra un grande caso di conflitto d’interesse, perché il creditore (ossia l’Agenzia delle Entrate o l’Inps) non può essere al tempo stesso creditore, esattore e addetto alla riscossione forzata dei debiti insoluti.

Insomma non si può essere allo stesso tempo giudici, giuria e boia come invece è Equitalia! Se poi scopriamo che l’Agenzia delle Entrate ed Equitalia sono dirette dallo stesso personaggio, cioè Attilio Befera (che, occupando due poltrone, percepisce così la bella somma di oltre 500.000 euro/anno) allora il conflitto d’interessi diventa ancora più palese ed è una tragica certezza.

Tralascio di parlare di Antonio Mastropasqua, che ricopre ben 25 incarichi (!) fra cui quello di vicepresidente di Equitalia e di presidente dell’Inps, percependo così ben 1.300.000 euro/anno! La volontà inquisitoria, la bramosia di voler perseguire ad ogni costo chi è debitore o presunto tale verso lo Stato, senza tener conto delle motivazioni che hanno causato lo stato d’insolvenza, è talmente forte che si è disposti a passare sopra ad ogni considerazione di buon senso, affidando un enorme potere ad un uomo solo (Befera) che così detiene nelle sue mani il destino di diversi milioni di Italiani.

Per fare un esempio dei poteri enormi di Equitalia, si sappia che chiunque vanti un credito, necessita prima di riscuotere, di un decreto ingiuntivo del magistrato e poi dell’azione di un giudice che sentenzi il pignoramento dei beni del debitore.
Tutti, ma NON Equitalia, perché se la scrive, se la canta e se la suona da sola. E’ al di sopra delle leggi, perché è un soggetto libero da ogni vincolo giurisprudenziale e per il pignoramento non necessita di un decreto del magistrato! Inoltre il sig. Befera, conscio del potere di cui dispone, non manca occasione per lanciare messaggi inquietanti e minacciosi proclami del tipo: “gli Italiani sono evasori, adesso li raddrizziamo!”.

Mia madre lavorava all’Agenzia delle Entrate prima di andare in pensione, MA lei stessa lo ha definito un novello “Torquemada”, visto che sembra garantire persecuzioni a tappeto contro tutti coloro che lui ritiene evasori fiscali.
Recentemente quando fu richiesto al “neo-Torquemada” di esprimere un parere sull’impressionante numero di suicidi che sta sconvolgendo l’Italia, ha risposto con arroganza, dicendo che chi non è in difetto, non viene perseguito e che se chi viene perseguito, prende decisioni drastiche, forse ha molto da temere e che in ogni caso lo Stato non si fermerà. E così mentre il popolo deve essere tassato, anzi tartassato, Befera sembra abbia favorito un suo parente stretto.

Infatti da Il Giornale.it ho appreso una notizia interessante. Cosa hanno in comune il Coni ed Equitalia? Sembra che non abbiano nulla, se non la medesima origine pubblica. In realtà i top manager del Comitato Olimpico Nazionale e di Equitalia, Raffaele Pagnozzi ed Attilio Befera, hanno provveduto a sistemare i rispettivi figli con assunzioni incrociate. Questo intreccio, più simile ad uno scambio azionario che ad un favore fra amici, viene riportato anche dal quotidiano economico Italia Oggi. I protagonisti sono Marco Befera, figlio dell’amm.re delegato di Equitalia, assunto al Coni ed inserito nei servizi legali e Flavio Pagnozzi, figlio del segretario generale del Comitato Olimpico, assunto nell’organico della s.p.a. del fisco.

Il dato interessante è che Raffaele Pagnozzi è anche amm.re delegato della Coni servizi s.p.a., società controllata dal Ministero dell’Economia che, guarda caso, controlla anche Equitalia attraverso l’Ufficio delle Entrate. L’operazione a vantaggio dei due figli dei manager di Stato non ha nulla di irregolare e sarebbe passata inosservata, se i soggetti coinvolti operassero in ambito privato.

Ma la cosa fa notizia, se sotto i riflettori finiscono due top manager del cosiddetto “pubblico” con tutte le polemiche che ne conseguono. Il vecchio modello della provvidenziale “raccomandazione” insomma non tramonta mai! Se è vero che in Italia, al contrario di altri Paesi europei, c’è sempre stata un’evasione fiscale molto elevata, il che è indegno di una nazione civile, lo è altrettanto dire che il nostro Stato non eroga servizi sociali di livello alto come è nei paesi scandinavi. Eppure in Italia c’è una pressione fiscale superiore anche a quella del Nord Europa. Ma soprattutto non è accettabile che Befera si faccia passare come l’archetipo del fustigatore della morale pubblica dopo aver sistemato il figlio col più vecchio dei metodi usati nel nostro Paese!

Andrea Mantellini
cons. Circoscrizione 1 – Forlì

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