Udc sotto choc: Monti lavora ad un partito senza Casini, guidato da Riccardi

Riccardi-Monti

26 feb. – “E’ chiaro che la scelta di non fare una lista unica dappertutto ci ha penalizzato, ha fatto sbandare il partito”. Rocco Buttiglione e’ solo uno dei tanti esponenti dell’Udc delusi dal risultato delle urne.

Ieri Pier Ferdinando Casini ha ammesso la sconfitta, oggi dietro le quinte i dirigenti del partito di via Due Macelli stilano un primo bilancio. “Serve – spiega ancora Buttiglione – un governo di larga coalizione che duri cinque anni, ma noi dobbiamo porci degli interrogativi. E’ chiaro che o diamo vita ad un partito insieme a Monti oppure Casini dovra’ dichiarare che la sua linea e’ stata fallimentare”.

Commenti simili anche da altri ‘big’, “siamo riusciti a distruggere un partito con scelte dissennate“, viene osservato. Stesso malumore nelle fila di Fli con Gianfranco Fini addirittura fuori dal Parlamento. Il presidente della Camera si prendera’ un periodo di riposo, fondera’ un’area culturale e intanto gia’ promette battaglia per non lasciare la destra nelle mani di Berlusconi.

Per l’Udc, intanto, si apre un altro scenario. E molto dipendera’ dalle scelte di Mario Monti, Andrea Riccardi, Luca Cordero di Montezemolo, Andrea Olivero e Lorenzo Dellai. I promotori di ‘Scelta civica’ si riuniranno domani per decidere i futuri passi per strutturare il nuovo partito.

Ieri Mario Monti in conferenza stampa ha parlato di una realta’ che dovra’ diventare, di qui in avanti, “piu’ strutturata”. Stando a quanto si apprende, il progetto e’ quello di un maggior radicamento sul territorio che garantisca un maggiore collegamento con la base. Ma all’interno di Scelta Civica e’ anche in corso una riflessione, senza sconti, sulle ragioni di un risultato al di sotto delle aspettative: un’autocritica sul modo in cui e’ stata gestita l’immagine di Mario Monti, sovraesposta al punto da essere “snaturata”.

A guidare il movimento dovrebbe essere Andrea Riccardi e per il momento non sembra esserci alcuna intenzione di allargare il movimento ai centristi. Ovvero, si’ a gruppi parlamentari unici, ma non si va oltre. .

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