Ustica, Cassazione: Dc9 abbattuto per collisione tra aerei militari

ustica228 genn – La Corte di Cassazione ha emesso oggi una storica sentenza sull’episodio di Ustica, affermando che il Dc9 dell’Itavia che cadde il 27 giugno 1980 con 81 persone fu abbattuto in seguito a uno scontro tra jet militari.

Lo riferisce un funzionario.

La Corte Suprema ha così confermato una sentenza civile emessa dal Tribunale di Palermo nel settembre 2011, che ha condannato lo stato al pagamento di oltre 100 milioni di euro ai familiari delle vittime per non aver garantito la sicurezza del volo.

Secondo la sentenza l’aereo civile fu abbattuto o da un missile o cadde in seguito a una “quasi collisione” con un caccia militare.

“Tutti gli elementi considerati consentono di ritenere provato che l’incidente occorso al Dc9 si sia verificato a causa di un intercettamento realizzato da parte di due caccia, che nella parte finale della rotta del Dc9 viaggiavano parallelamente ad esso, di un velivolo militare precedentemente nascostosi nella scia del Dc9 al fine di non essere rilevato dai radar, quale diretta conseguenza dell’esplosione di un missile lanciato dagli aerei inseguitori contro l’aereo nascosto oppure di una quasi collisione verificatasi tra l’aereo nascosto ed il Dc9″, scriveva nel 2011 il giudice della III sezione civile del Tribunale di Palermo, Paola Proto Pisani.

Il Dc9 dell’Itavia, la sera del 27 giugno 1980 in volo da Bologna a Palermo, attraversò dunque un corridoio di guerra e per questa ragione cadde in mare, all’altezza dell’Isola di Ustica. Abbattuto in seguito ad uno scontro tra aerei militari. E la responsabilità di tutto questo va ricondotta allo Stato italiano, in particolare al ministero dei Trasporti e quello della Difesa.

I ministeri sono stati condannati per non aver protetto le vite dei passeggeri e dell’equipaggio, in tutto 81 persone, e per una serie di depistaggi che hanno impedito ai familiari di apprendere la verità.

In precedenza, l’unico procedimento giudiziario conclusosi con sentenza definitiva in Italia sul caso era quello che aveva mandato assolti due generali dell’Aeronautica accusati dai magistrati di aver compiuto depistaggi sulla vicenda. reuters

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