Big shopping di aziende italiane: Le società francesi sono sempre le più attente e determinate

I marchi di maggior prestigio del Made in Italy finiscono sempre più in mani straniere

La pasta Buitoni e l’acqua Sanpellegrino, i cioccolatini Perugina, il panettone Motta, l’Antica Gelateria del Corso e la Valle degli Orti non sono più italiane ma di proprietà dell’azienda svizzera Nestlé.

La francese Lactalis ha acquistato i marchi Galbani e Invernizzi, Cademartori, Locatelli e, lo scorso giugno, Parmalat. Agli spagnoli del marchio Agrolimen è andata la proprietà della Star, la società italiana leader nei dadi da brodo. Spagnola è anche Sos Cuetara, che ha acquisato la Minerva Oli (proprietaria del marchio Sasso), la Carapelli e, tramite la Unilever, la Bertolli.

La grande distribuzione in Italia è in mano ai francesi di Carrefour, Auchan, Castorama e Leroy Merlin. La catena Coin, fondata nel 1916 dal veneziano Vittorio Coin, oggi appartiene alla francese Pai Partners. La Standa, fondata nel 1931 da Franco Monzino, è finita all’austriaca Billa, controllata del gruppo tedesco Rowe. La anglo-olandese Unilever ha acquistato i gelati Algida, l’olio d’oliva Bertolli (poi ceduto alla spagnola Sos Cuetara), le confetture Santa Rosa e il riso Flora.

Nel campo dei prodotti di lusso sono passati alla Lvmh di Louis Vuitton la Emilio Pucci, l’Acqua di Parma e Fendi. Il marchio Gianfranco
Ferrè
è stato ceduto al Paris Group di Dubai, che fa capo al magnate Abdulkader Sankari. Gucci è da tempo sotto il controllo di Ppr, Pinault-Printemps-Redoute. Valentino dal 2007 è nelle mani della britannica Permira. Fiorucci è della società giapponese Edwin International. François Henri Pinault controlla le pelletterie di Bottega Veneta e le calzature Sergio Rossi. Di pochi mesi infine fa la cessione a Bernard Arnault dei
gioielli di Bulgari, colosso mondiale da 20 miliardi di euro di ricavi.

La Safilo (Società azionaria fabbrica italiana lavorazione occhiali), fondata nel 1878, che oggi confeziona occhiali per Armani, Valentino, Yves Saint Lauren, Hugo Boss, Dior e Marc Jacobs, è diventata di proprietà del gruppo olandese Hal Holding.

Nel settore della telefonia, a Milano nel 1999 era nata Fastweb, una joint venture tra e.Bisom e la comunale Aem, ma oggi fa parte del gruppo svizzero Swisscom. Nel 2000 Omnitel è passata di proprietà del Gruppo Vodafone. Nel 2005 il gruppo Enel ha ceduto la quota di maggioranza
di Wind Telecomunicazioni al magnate egiziano Sawiris, il quale nel 2010 l’ha passata ai russi di VimpelCom.

Nel campo dell’elettrotecnica e dell’elettromeccanica nomi storici come Ercole Marelli, Fiat Ferroviaria, Parizzi, Sasib Ferroviaria e, recentemente, Passoni & Villa sono stati acquistati dal gruppo industriale francese Alstom, presente in Italia dal 1998.

Nel 2005 le acciaierie Lucchini Spa sono passate di proprietà ai russi di Severstal, mentre rimane proprietà della famiglia italiana la Lucchini RS, che delle controllate anche all’estero.

Fiat Avio, a soli cinque anni di distanza dal primo volo dei fratelli Wright, nel 1908, e ancora oggi uno dei maggiori player della propulsione aerospaziale, è proprietà oggi del socio unico BCV Investments S.C.A., una società di diritto lussemburghese, che è partecipata all’85 per cento dalla
società inglese Cinven Limited (il restante 15 per cento è di una società appartenente a Finmeccanica S.p.A. )

Benelli, la storica casa motociclistica di Pesaro, di proprietà del gruppo Merloni, nel 2005 è passata nelle mani del gruppo cinese QianJiang per una cifra aggiratasi fra i 6 milioni di euro, più il trasferimento dei 50 milioni di euro di debito annualmente accumulato.

Nel 2003 la SPS Italiana Pack Systems è stata ceduta dai Gruppi CIR alla multinazionale americana dell’imballaggio PFM Spa.

Nel 2005 il colosso italiano dell’energia Edison è passata, grazie a un’Opa, a Transalpina di Energia, società controllata pariteticamente dal gruppo francese EDF (Electricité de France) e da Delmi (controllata attraverso A2A dai Comuni di Milano e di Brescia)

In una transazione di meno di un mese fa Loquendo, azienda leader nel mercato delle tecnologie di riconoscimento vocale, sintesi vocale e identificazione del parlatore, che deteneva più di 25 anni di ricerca svolta nei laboratori di Telecom Italia Lab e un vasto portafoglio di brevetti, è stata venduta da Telecom alla multinazionale statunitense Nuance, per 53 milioni

Negli ultimi anni ad alcune acquisizioni estere si è tentato di opporre resistenza, ma inutilmente. BNL è
stata acquistata da BNP Paribas. Abn Amro si è portata a casa la Banca Antonveneta lasciando nei guai il Governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio che a quella operazione aveva tentato di opporsi.[1][1]

Com’è noto, un’azione di contrasto all’acquisizione di una grossa compagnia italiana che ha avuto successo c’è stata: è l’Alitalia, che era destinata a essere acquistata da Air France. Ma i sindacati italiani hanno fatto di tutto per sabotare la cordata italiana e si dice che alla fine è solo questione di tempo prima che ad Air France sia ceduta comunque. Nel frattempo, a scanso di equivoci, Parigi è diventata l’hub su cui deve ruotare il traffico aereo dell’Alitalia, e non più Malpensa, e questo nonostante fosse già in vista l’Expo 2015, proprio a Milano.

Alessandra Nucci

Aggiornamento ottobre 2011: gli americani hanno comprato il Chianti Ruffino

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