Russia: la Banca Mondiale sogna migliaia di pale eoliche in Artico

24 nov.  – Altro che petrolio e gas, il nord Artico russo è ricco di un’altra forma di energia, il cui sfruttamento non comprometterebbe l’ambiente e consentirebbe allo stesso modo di coprire i bisogni energetici dell’Europa: il vento.

Ne è convinta la International Finance Organization, il braccio della Banca Mondiale che finanzia le iniziative private, la quale ha messo a punto il progetto Rustec, che prevede la costruzione di decine di impianti eolici a terra nella regione di Murmansk, oltre il Circolo polare Artico, e la loro connessione a una dorsale che porterebbe l’energia prodotta in Europa via Norvegia o Finlandia.

Ne riferisce ampiamente stamani il Msocow Times, che ricorda come il progetto sia molto ambizioso perchè in Russia le energie rinnovabili al momento sono in uno stadio quanto meno embrionale. La regione di Murmansk al momento non ha neppure una pala eolica, anche se l’olandese Windlife sta monitorando i venti per un possibile loro sfruttamento.
I sostenitori del progetto Rustec affermano che i bassi costi di produzione e i venti molto forti dell’estremo Nord russo renderebbero l’energia eolica generata in loco molto meno costosa di quella rinnovabile prodotta in Europa.

Sono stato ispirato dal Desertec, il progetto di costruire centrali solari nel deserto del Sahara per trasportare l’energia in Europa. Ho pensato: se l’energia solare viene dall’Africa, prchè l’energia eolica non può venire dalle Russia?” spiega Patrick Willems, capo del progetto per le rinnovabili in Russia dell’Ifc. Secondo Willems impianti eolici onshore nella regione di Murmansk potrebbero generare più energia dei costosi impianti offshore europei.

Per gli esperti però, alla luce dello stato delle rinnovabili in Russia, paese che si contende con l’Arabia Saudita la palma di primo produttore di petrolio al mondo, il progetto è lontanissimo dalla realizzazione. Gli investitori nell’eolico e nelle altre rinnovabili sono allo stadio dei “primi cristiani”, ha detto Igor Arkhipov, vice capo del dipartimento progetto a lungo termine della rete elettrica federale a un convegno dedicato a Rustec. “Se si fosse trattato di petrolio e gas avremmo dovuto affittare uno stadio” ha aggiunto, guardando i circa 70 partecipanti al convegno.

Oggi gli impianti eolici attivi in Russia si contano sulle dita di una mano. Il più grande, con una capacità di 5,1 megawatt, è nella regione di Kaliningrad, ma funziona solo in parte. Gli altri, spiega Anatoly Kopylov, vice presidente dell’Associazione energia eolica russa, “non funzionano o non sono promettenti”. Il secondo impianto in ordine di grandezza, due megawatt in Chukotka, è inattivo. Ha funzionato bene finchè non ha dovuto competere con le tradizionali centrali a gas che forniscono anche il riscaldamento cittadino. Il governo russo aveva l’obiettivo ufficiale di generare il 4,5% dell’energia con le rinnovabili al 2020. Obiettivo poi considerato troppo ambizioso e ridotto al 2,5%.

Qualche segnale positivo però si vede. Il viceministro dell’Energia Anton Inyutsyn ha detto che la bozza del provvedimento che chiarisce lo status delle rinnovabili dovrebbe essere pubblicato entro fine anno, ponendo fine alle lamentele del produttori di energia eolica, che si dicono semplicemente ignorati dala legge in vigore e a causa di questo hanno problemi di allaccio alla rete. Secondo Kopylov, la legge non seguirà il modello europeo di incentivi alla generazione da fonti rinnovabili, ma il governo fisserà una quota di rinnovabili da immettere nelle rete elettrica federale ogni anno. I produttori presenteranno offerte per coprire parte della quota e il governo firmerà contratti con il miglior offerente. Alla luce di tutto ciò Rustec sembra quasi impossibile da realizzare, anche se Willems promette uno studio di fattibilità entro fine anno. tmnews

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