Monti bis ok Fini e Cei. Bossi: sarebbe rovina

ROMA, 29 Sett – Monti non esclude un suo bis, in caso di “circostanze speciali“: non mi candido ma sono pronto a servire il paese, dice il premier, precisando comunque che “saranno gli italiani a scegliere il futuro”. Disco verde dalla Cei. Casini gli apre le liste dell’Udc; Bersani e Berlusconi cauti.

BOSSI: SAREBBE ROVINA DELLE ROVINE – Un Monti bis “sarebbe la rovina delle rovine”. Così il presidente della Lega Nord Umberto Bossi, arrivato a Torino agli Stati Generali del nord. “Il Governo – secondo Bossi – non ha rispettato il principio che quando le banche non danno soldi alle imprese, bisogna che intervenga lo Stato: nelle altre crisi è andata cosi. Altre volte – ha detto – hanno usato la Cassa Depositi e Prestiti per aiutare le imprese. Monti ha sbagliato”.

FINI: MONTI GUIDI AGGREGAZIONE MODERATA – Dare vita ad una “aggregazione” moderata “all’insegna dell’interesse nazionale”, il cui presidente del consiglio “più idoneò e Mario Monti”: così Gianfranco Fini a Otto e mezzo su La 7.

CEI, BEN VENGANO SOLUZIONI CONTRO CRISI – “Siamo preoccupati per la situazione e quindi siamo vicini a qualsiasi soluzione possa favorire un adeguato e rapido superamento della crisi”. Lo ha detto mons. Mariano Crociata (Cei), rispondendo ad una domanda sull’ipotesi di un Monti-bis: “non ci occupiamo di nomi ma auspichiamo una coesione accresciuta tra chi ha a cuore il bene del Paese.

“In questo – ha aggiunto mons. Crociata nella conferenza finale del Consiglio Cei – si vede la capacità di superare i particolarismi e perseguire il bene della nazione”. A margine, il segretario Cei ha poi ribadito la necessità di “rafforzare la coesione tra tutte le forze che scelgono una forma e le persone per continuare un impegno di superamento di questo passaggio critico”. E alla richiesta di un giudizio sull’operato di Monti ha detto: “tutto ciò che serve a far superare la crisi va apprezzato e incoraggiato”.

D’ALEMA, OTTIMO LAVORO MONTI MA SERVE QUALCOSA PIU’ – “Monti ha fatto e sta facendo un ottimo lavoro, ma ci vuole qualcosa di più: un governo di centrosinistra che metta al centro della sua azione la giustizia ed il lavoro”. E’ il giudizio di Massimo D’Alema, espresso a margine del Congresso del Partito socialista europeo a Bruxelles in cui si prepara il lancio di un candidato unico per la un’Commissione Europea da presentare nelle europee del 2014. “Vogliamo un’Europa più forte e che si impegni per la giustizia sociale ed per il lavoro”.

SQUINZI, MONTI BIS E’ UNA POSSIBILITA’ – Il Monti bis è una delle possibilità. Ma al di la dei nomi all’Italia serve un governo solido, affidabile e di gente credibile e che abbia una base politica. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi.”La conferma di Monti avrebbe un grande valore – ha spiegato Marchionne – in termini di credibilità internazionale. Giro il mondo come una trottola e vedo la reazione degli altri Capi di Stato: la reputazione che il Paese ha grazie a Monti è anche maggiore di quella che si merita. La continuità di gestione è importante. La scelta è ovviamente sua, ma aiuterebbe moltissimo tutti quelli che fanno industria nel Paese”.

MARCHIONNE, PASSO AVANTI PER PAESE – un governo Monti-bis “sarebbe un passo avanti per il paese. Darebbe credibilità e toglierebbe molta incertezza”. “La conferma di Monti avrebbe un grande valore – ha spiegato Marchionne – in termini di credibilità internazionale. Giro il mondo come una trottola e vedo la reazione degli altri Capi di Stato: la reputazione che il Paese ha grazie a Monti è anche maggiore di quella che si merita. La continuità di gestione è importante. La scelta è ovviamente sua, ma aiuterebbe moltissimo tutti quelli che fanno industria nel Paese”.

VENDOLA, DIRE ‘SE SERVO’ COME DIRE CRISI CONTINUA – “E’ un’ipotesi che io contrasto. Dire ‘se servo’ significa immaginare altri scenari di crisi economica”. Questa la posizione del leader di Sel, Nichi Vendola, ospite a ’24 Mattino’ su Radio 24 sull’ipotesi di un Monti-bis. “Penso sia improbabile anche un pareggio politico alle prossime elezioni – ha aggiunto Vendola -. Dal punto di vista della responsabilità storica il centrodestra è stato protagonista assoluto della devastazione del Paese e quindi la logica vorrebbe che l’Italia avesse un Governo di svolta guidato dal centrosinistra”. Il governatore della Puglia ha criticato la strategia di Monti per uscire dalla crisi: “Fa politiche – ha detto – che stanno peggiorando la situazione di crisi economica del Paese, perché stanno spingendo l’Italia verso una recessione ancora più buia e profonda. Come avviene in tutta Europa e ovunque si pensa di rispondere alla crisi tagliando il welfare, tagliando i diritti dei cittadini, tagliano i servizi sociali”.

FIORONI,SI CANDIDI A CAPO MODERATI – “Ritengo positiva la disponibilità del presidente Monti. Credo che Monti potrà trovare le forme e i modi per una legittimazione della sua disponibilità. Per fare l’ennesimo dono al Paese potrebbe anche mettersi alla guida di un movimento dei moderati, che è pieno di solisti, ed allearsi alla grande forza riformatrice del Pd per dare vita a un governo legittimato dal voto come fece Aldo Moro”: lo propone Giuseppe Fioroni (Pd) in diretta a Tgcom24. Sul crollo della credibilità internazionale del Paese dice: “Gli ultimi tre anni e mezzo di governo hanno screditato l’Italia e purtroppo le uscite dell’ultimo presidente del consiglio sull’euro-imbroglio non aiutano. Nella visione internazionale incide una serie di scelte figlie della realtà e di una politica che, a tanti livelli, ha dato l’immagine di politici che si servono della politica. Il presidente Monti è autorevole al di là della platea e se risponde all’appello di presentare un raggruppamento che lo candida a presidente in un’alleanza, poi il presidente del consiglio lo sceglie la coalizione che vince. Discutere di sostituire Monti con Monti che non c’é è una cosa, viceversa con Monti in campo è un’altra”. “Se penso a Bersani e alla sua capacità di governo, se penso che ieri al gotha dell’economia parlavano candidati presidenti del consiglio alle primarie del Pd, si poteva avere la percezione di essere su Scherzi a Parte – afferma Fioroni -. Questa non vuole essere un’offesa, ma un richiamo al senso di responsabilità”. “Bersani – conclude – è l’unico con senso di responsabilità per poter stare al posto di Monti”.

di Cristina Ferrulli
La disponibilità, espressa dal premier Mario Monti a continuare la sua opera anche dopo il 2013, riesce in un triplice effetto: fa gongolare Pier Ferdinando Casini, da oggi ufficialmente “in servizio effettivo permanente” per la volata del Professore, tenta il Pdl, impaludato tra difficili rilanci e rischi di scissione. E fa drizzare le antenne a Pier Luigi Bersani, da tempo contrario a nuove grandi coalizioni e convinto che serva un ritorno alle urne e alla democrazia dell’alternanza. L’apertura del presidente del consiglio ad un suo bis, pur senza presentarsi alle elezioni, piomba nel pomeriggio sulla politica italiana, già di fatto in piena campagna elettorale. La sede scelta dal Professore, il Council of Foreign Relations, associazione apartitica ma molto influente, non potrebbe essere più simbolica. Proprio la credibilità internazionale di Monti è uno dei motivi che spinge i suoi sostenitori al bis: “Serve – sostiene il leader Udc – un documento di impegni vincolanti da parte della maggioranza che rassicuri la comunità internazionale che l’Italia e i partiti continueranno sulla strada intrapresa”. Ma la spinta al premier a continuare, un pressing sotterraneo ma insistente che dura da mesi, ha supporter e tessitori non solo tra i centristi e nelle cancellerie europee. Silvio Berlusconi, che anche oggi ha sparato a zero contro l’euro “grande bluff”, ha preso tempo in attesa di capire la legge elettorale. Ma in realtà da tempo nelle fila del centrodestra si sa che una riedizione del governo Monti, magari con ministri politici e non tecnici, è una delle opzioni post-voto che il Cavaliere accarezza viste le difficoltà del suo partito, ora aggravate dallo scandalo alla Regione Lazio.

Ed è proprio il sospetto che Monti diventi il vero candidato di uno schieramento moderato di centrodestra ad agitare il Pd anche se c’é un’area ‘montiana’ che apertamente auspica da tempo che il Professore vada avanti. Pier Luigi Bersani, già alle prese con le primarie e con una sfida con Matteo Renzi che porta avanti istanze liberal in linea con il governo dei tecnici, alza subito una barriera. “Alle elezioni – afferma – dobbiamo chiedere agli italiani una maggioranza ed un programma, se qualcuno pensa che dopo il voto io debba fare una maggioranza con Berlusconi e Grillo io mi riposo..”. Per il segretario Pd “le elezioni non sono inutili”, come a dire che se Monti sceglie un partito e si candida è il benvenuto nella politica ma “l’Italia non può passare da un’emergenza all’altra”. L’annuncio di Monti, però, a sei mesi dal voto, è destinato a confondere acque già agitate. E a complicare la partita delle alleanze e della definizione della legge elettorale, che senza premi di maggioranza consistenti farebbe sì che dalle urne non uscirebbe nessun vincitore, creando le condizioni per future grandi coalizioni. In attesa di Monti, Casini è già al lavoro per “creare liste” pro-Monti, magari candidando ministri dell’attuale governo, ma nelle prossime due settimane dal tipo di accordo elettorale si capirà quando un Monti bis sia attuabile. Ipotesi che scandalizza la Lega e il leader Idv Antonio Di Pietro che ricorda che “in un paese democratico ci si candida e, se si ha il voto dei cittadini, si governa e non perché i poteri forti lo hanno messo lì per difendere i loro affari come già sta facendo”.

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