Lo scempio fiscale aiuta a creare i poveri del terzo millennio

20 luglio – Secondo la Confcommercio, la pressione fiscale italiana ha raggiunto il livello record del 55%. Come se non bastasse, a questa dichiarazione si è aggiunta quella del direttore dell’Agenzia delle entrate, Attilio Befera, il quale ha detto che, in alcuni casi, la pressione fiscale può anche giungere al 70%.
Ormai non ci sono più dubbi: siamo i più tartassati al mondo.

Triste constatare l’assoluta carenza dei servizi e delle prestazioni, che fa da contraltare allo sforzo enorme richiesto a quella parte di contribuenti, che non sfuggono al fisco, perché vengono tassati alla fonte per effetto della procedura relativa ai ”sostituti d’imposta”.
Ma ancora non basta: dobbiamo assistere impotenti allo scempio del pubblico denaro perpetrato in assoluto disprezzo del dettato costituzionale.  Come accade in Sicilia. E non solo.

Questo non è lo sfogo del solito populista incazzato che da  fondo alla consueta serie di luoghi comuni.
Trovo che gli italiani, e lo dimostra il caso della più che vergognosa Imu, hanno fatto il loro dovere versando nelle casse dello Stato oltre nove miliardi di sudatissimi euro (spesso presi a prestito).

Non dimentichiamo che questo è anche il Paese dove qualcuno si permise  di dire:”Pagare le tasse è una cosa bellissima”.
Era un ”tecnico” anche lui.

Guglielmo Donnini

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