Da fedelissimi del Cav a congiurati

30 GIU – Dopo aver toccato con mano il controllo del partito ora sognano un trattamento alla Fini

Questo articolo di DI ANTONIO CALITRI pubblicato a pag. 9 di Italia Oggi sintetizza benissimo quanto sta avvenendo, più o meno palesemente, nell’ambito del PDL.

Il ritorno sulla scena politica di un redivivo Silvio Berlusconi agita i sogni di gloria di Angelino Alfano e di oltre la metà del Pdl che sognava che con l’ uscita del premier da palazzo Chigi, avrebbe avuto il controllo del partito e delle liste elettorali già alle prossime elezioni. E che ora, da fedelissimi si trasformano in congiurati e sognano di uccidere il padre utilizzando lo stesso trattamento che proprio insieme a lui, hanno utilizzato per far fuori dal Pdl l’ altro fondatore, Gianfranco Fini.

 Magari con metodi più morbidi vista la potenza di fuoco che comunque continua a disporre l’ ex premier ma esautorandolo completamente dal partito. Sembra fantapolitica e forse lo è per davvero ma da qualche settimana, dopo il bagno di sangue delle amministrative, mentre Berlusconi con le sue incursioni e le indiscrezioni sui progetti per il rilancio del partito torna a farsi vedere, i suoi che seppur con un Pdl ridotto, speravano di emanciparsi definitivamente dal padre padrone, adesso sono preoccupatissimi e lo vorrebbero far fuori.

 Anche perché tra le nuove strategie di Berlusconi ci sono quelle che preoccupano di più Alfano e company, cancellare il Pdl e ripartire con liste e facce nuove. Quindi, il rischio per molti leader delle tante anime del partito del predellino, da quella del segretario a quella di Ignazio La Russa, da quella di Maria Stella Gelmini a quella del ciellino Maurizio Lupi e via dicendo, è che seppur si salvassero loro, si ritroverebbero senza i fedelissimi e a dover condividere gli scranni con facce fuori dal loro mondo.

Così i cari capicorrente adesso si ritrovano uniti nel respingere il ritorno di Berlusconi sul campo. E man mano che lui ci provi, portando sondaggi, nomi nuovi, strategie, ecc. quelli che adesso da palazzo Grazioli vengono ribattezzati come i congiurati, si chiudono a riccio. Qualsiasi incontro, anche casuale diventa un sospetto. Basta un gelato ai tavolini d Giolitti per restare bollati come traditori.

Intanto Alfano, da essere subito come il delfino del capo senza quid, adesso ha dalla sua oltre la metà del partito ai quali sembra aver assicurato la rielezione in blocco. Nell’ ultimo incontro avvenuto in casa di Maurizio Lupi all’ inizio di questa settimana e trapelato tramite Dagospia, il segretario nazionale e gli altri partecipanti, da Raffaele Fitto a Maurizio Gasparri, a Fabrizio Cicchitto, ecc. preoccupati per l’ ultima uscita del cavaliere nel volersi ricandidare prima a premier (òse mi date il 51% torno a Palazzo Chigi.), poi a ministro dell’ economia, à’ rebbero deciso di alzare il tiro.

 E sarebbe spuntata una nuova strategia per far fuori Berlusconi che potrebbe sembrare una boutade estiva o solo un sogno, ma intanto gira. Visto che sembra impossibile riuscire a contenere Berlusconi, non resta che accompagnarlo alla porta, proprio come è stato fatto con il presidente della Camera. Magari non così bruscamente ma convincerlo della necessità che se ne vada a formare le sue super liste civiche e la sua strategia grillina, con la garanzia che per le elezioni si potrà alleare al Pdl e che sarà sempre lui il capitano.

 Di fatto, una volta fuori e impegnato nel suo nuovo progetto grillino, scatterebbe la trappola con il Pdl che lo abbandonerebbe schierandosi al fianco dell’ Udc e forse dello stesso Pd per proporre una grande coalizione per superare la crisi, per il bene dell’ Italia. E Berlusconi con i suoi ultimi fedelissimi, da Denis Verdini a Nicola Cosentino, da Giancarlo Galan a Maria Rosaria Rossi e qualche faccia nuova che riuscirà a passare, resterebbero con un minipartito all’ opposizione.

 

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