Trattativa Stato-Mafia, Quirinale: “porre fine ad ogni irresponsabile illazione”

16 giu. – Il Presidente della Repubblica, in merito alle indagini svolte per appurare l’eventuale esistenza di un trattativa tra Stato e mafia agli inizi degli anni ’90, “ha semplicemente – secondo le sue responsabilita’ e nei limiti delle sue prerogative – richiamato l’attenzione di un suo alto interlocutore istituzionale su esigenze di coordinamento di diverse iniziative in corso presso varie Procure”.

Lo si legge in un comunicato della Presidenza della Repubblica in cui si chiede di por fine ad ogni irresponsabile illazione. “In relazione ad alcuni commenti di stampa sul contenuto di intercettazioni di colloqui telefonici tra il senatore Mancino e uno dei consiglieri del Presidente della Repubblica, si ribadisce che ovvie ragioni di correttezza istituzionale rendono naturale il piu’ rigoroso riserbo, da parte dei consiglieri, circa i loro rapporti con il Capo dello Stato.

Parlare a questo proposito di ‘misteri del Quirinale’ e’ soltanto risibile”, afferma il Quirinale, “Tuttavia, per stroncare ogni irresponsabile illazione sul seguito dato dal Capo dello Stato a delle telefonate e ad una lettera del senatore Mancino in merito alle indagini che lo coinvolgono, si rende noto il testo della lettera inviata dal Segretario generale della Presidenza, Donato Marra, in data 4.4.2012, al Procuratore generale presso la Corte di Cassazione”.

Questo il testo della lettera: “”Illustre Presidente, per incarico del Presidente della Repubblica trasmetto la lettera con la quale il Senatore Nicola Mancino si duole del fatto che non siano state fin qui adottate forme di coordinamento delle attivita’ svolte da piu’ uffici giudiziari sulla “c.d. trattativa” che si assume intervenuta fra soggetti istituzionali ed esponenti della criminalita’ organizzata a ridosso delle stragi degli anni 1992-1993. Conformemente a quanto da ultimo sostenuto nell’Adunanza plenaria del CSM del 15 febbraio scorso, il Capo dello Stato auspica possano essere prontamente adottate iniziative che assicurino la conformita’ di indirizzo delle procedure ai sensi degli strumenti che il nostro ordinamento prevede, e quindi anche ai sensi delle attribuzioni del procuratore generale della Cassazione fissate dagli artt. 6 D.Lgs. 106/2006 e 104 D.Lgs. 159/2011; e cio’ specie al fine di dissipare le perplessita’ che derivano dalla percezione di gestioni non unitarie delle indagini collegate, i cui esiti possono anche incidere sulla coerenza dei successivi percorsi processuali. Il Presidente Napolitano le sara’ grato di ogni consentita notizia e le invia i suoi piu’ cordiali saluti, cui unisco i miei personali”. Conclude il comunicato: “Risulta dunque evidente che il Presidente Napolitano ha semplicemente – secondo le sue responsabilita’ e nei limiti delle sue prerogative – richiamato l’attenzione di un suo alto interlocutore istituzionale su esigenze di coordinamento di diverse iniziative in corso presso varie Procure: esigenze da lui stesso espresse nel tempo, anche in interventi pubblici svolti al Csm per ‘evitare l’insorgere di contrasti ed assicurarne il sollecito superamento’, proprio ed esclusivamente al fine di pervenire tempestivamente all’accertamento della verita’ su questioni rilevanti, nel caso specifico ai fini della lotta contro la mafia e di un’obbiettiva ricostruzione della condotta effettivamente tenuta, in tale ambito, da qualsiasi rappresentante dello Stato”.(AGI) .

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