Lele Mora tenta il suicidio in carcere, salvato da una guardia

«Il trattamento riservato a Lele Mora è scandaloso – aveva affermato ieri il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto -. È evidente che nel suo caso la custodia cautelare è insieme una forma di tortura e una pressione per fargli dire quello che vogliono gli inquirenti».

Roma, 30 dic.  – Nella tarda mattinata di oggi il noto impresario attivo nel campo dello spettacolo, Lele Mora ha tentato il suicidio per asfissia. Lo riferisce Eugenio Sarno, Segretario generale Uil Pa Penitenziari.

“Lele Mora – spiega Sarno – e’ ristretto nel reparto ‘Nuovi Giunti’ del carcere milanese di Opera, ed era gia’ sottoposto a particolare sorveglianza. Il tentato suicidio e’ stato posto in essere con dei cerotti, regolarmente detenuti in cella, che Mora ha applicato su naso e bocca. Ovviamente l’intervento dell’agente di sorveglianza e’ stato efficace ed immediato. Considerate le modalita’ piu’ che ad un reale tentato suicidio – sottolinea – e’ forse piu’ appropriato riferirsi ad un gesto dimostrativo, che non e’ escluso possa essere stato messo in piedi per attirare l’attenzione sulla sua vicenda processuale”.

“In ogni caso – aggiunge – il clamoroso gesto e’ solo uno dei circa 1000 tentati suicidi verificatisi in quest’anno nelle carceri italiane ( di cui per circa 395 e’ legittimo parlare di vite salvate in extremis dalla polizia penitenziaria).

Due giorni fa era arrivata la notizia che la decisione dei giudici del Tribunale del Riesame sulla richiesta di scarcerazione di Lele Mora, avanzata dalla difesa del talent scout, non sarebbe arrivata prima del prossimo 4 gennaio.

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