Il morso della crisi

Sarkozy

Il morso della crisi si fa più stringente e profondo. L’orgoglio francese rischia una “A”, delle sue sussiegose tre; neanche Sarkozy fosse un Obama bianco. Non resta che la teutonica Angela, ben medagliata dalla triplice “A”.

Silvio è sempre là, bersagliato e sbertucciato dai nemici di sempre e da qualche sodale dal sussurato “Qui lo dico e qui lo nego. Le proibisco di rivelare il mio nome a chicchessia”.

Sempre là, per via dei testardi e ottusi numeri parlamentari; quanto mai odiosi ai “veri” democratici di casa nostra, pronti a esaltare le virtù cristalline del metodo parlamentare soltanto quando giova a lor signori. Sempre là, il Caimano maledetto, nonostante il “fatti più in là” cantato dalle Sorelle Bandiera della politica: Bersani, Bindi, Di Pietro.

Sempre là, il Cavaliere nero e libertino, che vede attenuati i suoi misfatti da quelli altrui in ogni angolo del mondo. Tra poco comincerà ad attanagliarlo una vera e propria crisi d’identità; abituato, come era ormai da tempo, ad essere considerato il male del mondo. Sic transit infamia mundi. A Sirvio, rassegnate, nun sei er peggio…

Guglielmo Donnini

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